mercoledì 24 dicembre 2008

AUGURI!


Il segreto è che siamo sognatori,
siamo utopisti,
ma non si quei sognatori
che stanno sempre con il cuscino
sotto la testa
sulla veranda di casa....
Siamo sognatori con i piedi
piantati per terra,
siamo sognatori
con gli occhi ben aperti,
siamo sognatori
che conoscono gli amici
e che conoscono i nemici....

Auguri di buone feste..... per un 2009 di rivolte....

venerdì 19 dicembre 2008

AUGURI COMUNISTI!



Non è facile “fare gli auguri” in un periodo così difficile e alle soglie di anni che si annunciano ancora più neri e problematici per la maggioranza della popolazione.

I miei auguri vanno, però, sinceramente - a lavoratrici e lavoratori, a chi fatica ad arrivare a fine mese, a pagare il mutuo, a mandare a scuola i figli, a pagare le cure mediche per sé e per la famiglia; - ai/alle giovani precari/e che da anni attendono un lavoro fisso e un po’ di sicurezza e continuano, invece, ad essere mantenuti/e nell’incertezza e nell’impossibilità di programmarsi un futuro; - a chi è disoccupato/a, espulso dal lavoro a 40- 50 anni perché ritenuto/a inutile; - a chi alle difficoltà economiche somma la solitudine individuale.

Un augurio e un grazie anche ai giovani che si sono mobilitati contro la controriforma della ministra Gelmini, dimostrando che nonostante anni di sciocchezze televisive, di informazione a senso unico, di conformismo, esiste ancora la volontà di imparare, di capire, di essere autonomi e critici.

Auguri ai/alle tanti/e che si impegnano nel volontariato verso i poveri, gli emarginati, il terzo mondo (anche a casa nostra), per la difesa dell’ambiente e delle altre specie.

Ai/alle migranti che tentano di lasciare guerre, devastazioni ambientali, miseria e cercano, nel nostro paese, di ricostruirsi una vita

Un augurio alla nostra regione e alla nostra provincia che meritano un futuro positivo che valorizzi energie, intelligenze, volontà, capacità.

Auguri perché la pace e la giustizia sociale crescano nel mondo contro una politica di guerra, di massacri, di disuguaglianze, di esclusione sociale.

Un augurio, permettetemi, perché i comunisti e la sinistra, dopo una sconfitta cocente, tornino ad esistere, a crescere, a contare nella società. Credo ve ne sia molto bisogno.

Sergio Dalmasso

Consigliere regionale di Rifondazione comunista

giovedì 18 dicembre 2008

BLOCCATA DIRETTIVA SULL'ORARIO DI LAVORO

«GRANDE VITTORIA AL PARLAMENTO EUROPEO:
BLOCCATA LA DIRETTIVA SULL'ORARIO DI LAVORO»

Strasburgo, 17 dicembre 2008 - «Con una serie di voti a maggioranza qualificata, oltre 400 voti, il Parlamento Europeo ha approvato diversi emendamenti che modificano in profondità il testo proposto dalla Commissione Europea e dal Consiglio: è stata cancellata la possibilità di prorogare fino alle 65 ore l'orario di lavoro. Non solo é stata bocciata quindi l'estensione dell'opting-out (prolungamento dell'orario di lavoro anche con accordi individuali) ma questo dovrà essere cancellato, nelle nazioni dove é già attivo, entro 36 mesi.
È stato riconosciuto come tempo di lavoro il tempo di guardia (ad esempio per il personale sanitario, i vigili del fuoco e tante altre categorie) in sintonia con quanto stabilito dalla Corte Europea e in contrasto con quanto chiesto dal Consiglio.
Più in generale é stato bocciato il tentativo di distruggere gli accordi collettivi e quindi di portare un profondo attacco alle organizzazioni sindacali.
Ora il testo così emendato sarà sottoposto alla discussione congiunta della Commissione, del Consiglio e del Parlamento rappresentato dal relatore (il cosiddetto "comitato di conciliazione"). In quella sede o Commissione Consiglio accetteranno un testo che tiene conto degli emendamenti votati dal Parlamento, oppure, in assenza di un accordo sarà destinata a decadere; anche in previsione della conclusione della legislatura».

Vittorio Agnoletto europarlamentare PRC/Sinistra Europea

mercoledì 17 dicembre 2008

Dibattito sulla scuola a Mondovì

PRIMA CHE LA SCUOLA CADA A PEZZI…

Giovedì 18 DICEMBRE 2008
SALA DELLE CONFERENZE - MONDOVÌ

Ore 21
CONFERENZA DIBATTITO

… che cosa possiamo fare? parliamone insieme,
è una questione che riguarda tutti!

Intervengono

ROBERTO SPAGNOLO e PINO IARIA COBAS SCUOLA
LUIGI SARAGNESE assessore all’istruzione COMUNE DI TORINO
MARILIANA GENINATTI Movimento Cooperazione Educativa

Introduce e modera

SERGIO DALMASSO, consigliere regionale, Rifondazione Comunista

Organizzano:

Gruppo Regionale PRC Piemonte
COBAS SCUOLA

martedì 16 dicembre 2008

ELEZIONI IN ABRUZZO

ELEZIONI IN ABRUZZO

Allego di seguito un pò di dati sulle elezioni in Abruzzo, con confronti rispetto alle politiche (2008) e alle precedenti regionali (2005).
Sommariamente mi hanno dato queste impressioni:
1) un crollo della partecipazione, anche rispetto alle regionali precedenti;
2) una ripresa delle forze politiche che avevano dato vita alla sinistra arcobaleno. Un loro calo rispetto alle elezioni regionali precedenti (2005), sia in termini percentuali che in termini assoluti, e un loro aumento complessivo - percentuale ed assoluto - se paragonato al risultato della sinistra arcobaleno (aprile 2008);
3) rapporti di forza non eccessivamente sblanciati tra Prc e Pdci (15.435 voti contro 9.995), contrariamente alle previsioni veicolate da diversi quotidiani;
Tutte e tre le liste presentate (Prc, Pdci e SD+Verdi) eleggono un consigliere, confermando i tre precedenti.
Se si volesse trarre un'indicazione dai risultati, pur tenendo conto della parzialità del test elettorale e delle specificità locali, si evidenzia la crisi che vivono i due principali partiti comunisti - presi singolarmente - e la loro centralità che comuque rimane nell'ambito della sinistra. Nell'isieme i due principali partiti comunisti potrebbero essere qualcosa di credibile.
Questo dentro una quadro negativo, segnato dalla vittoria della destra, dal tracollo del Pd e dall'exploit di Di Pietro (immaginabile) e da un tracollo della partecipazione, vero dato politico di queste elezioni.
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ABRUZZO, elezioni regionali 2008
http://regionali.interno.it/regionali/regio081214/R13.htm
PARTECIPAZIONE
640.520 pari allo 52,97%

Prc 15.435 - 2,84%

La Sinistra (Verdi + SD)12.054 - 2,22%

Pdci 9.955 - 1,83%

Totale:
voti assoluti 15.435+12.054+9.955= 37.444 voti

pari allo 6,89%

ABRUZZO, politiche 2008
PARTECIPAZIONE
80,953% con 827.558 voti validi (mancano bianche e nulle)
Sin. Arcobaleno Camera
voti 26.248
pari allo 3,171 %

ABRUZZO, elezioni regionali recedenti

PARTECIPAZIONE
68,67%, pari a 826.510 voti
Prc 36.008 - 4,91%

Pdci 21.641 - 2,95%

Verdi 14.728 2,01%
TOTALE:
Voti 72.377
pari al 9,87%

COMITATO POLITICO APERTO

COMITATO POLITICO FEDERALE DI RIFONDAZIONE COMUNISTA

APERTO

SABATO 20 DICEMBRE DALLE 15 ALLE 18

Presso la Federazione PRC di Cuneo

Via Saluzzo 28

-Bilancio sulle ultime iniziative di Rifondazione Comunista

-Proposte di iniziativa politica per gennaio-febbraio

Interverrà il neo-eletto Segretario Regionale del PRC ARMANDO PETRINI

VERRA' PRESENTATA LA NUOVA TESSERA DEL PRC E DEI GIOVANI COMUNISTI PER IL 2009

(seguirà rinfresco)

lunedì 15 dicembre 2008

Mario Capanna a Saluzzo: ovvero, dal ’68 al futuro

Di quel ragazzo che quarant’anni fa lanciava uova marce alle signore in pelliccia che si apprestavano a entrare alla Scala, o di quel giovane che a 23 anni incantava gli studenti milanesi prima e italiani poi imbracciando un megafono è rimasto ben poco. Oggi Mario Capanna è un signore che ha passato la sessantina, ma di quegli anni, (formidabili quegli anni, per dirla con il titoli di un suo libro) ha conservato gli occhi mobilissimi e penetranti e la capacità di incantare chi lo sta a sentire. Oltre, ovviamente, la grande passione che si porta dentro e trasmette in ogni sua parola. Mario Capanna è arrivato a Saluzzo, precisamente alla “Mario Musso”, sabato 13 dicembre, e non ha deluso chi era giunto nella ex Caserma di piazza Montebello per ascoltare l’ex leader del 68 italiano. Non un incontro “reducistico”, ma come ha precisato Mario Capanna, che dopo l’esperienza politica è oggi Presidente della Fondazione Diritti Genetici, una chiacchierata “per guardare al futuro”. Nessun reducismo, dunque, anche se la platea era composta in stragrande maggioranza da uomini con i capelli bianchi e signore ben oltre la mezza età. Pochi, anzi pochissimi i giovani, anche se, ironia della sorte, l’incontro doveva tenersi in un liceo di Saluzzo ma il preside non ha dato l’autorizzazione. Quando il consigliere regionale di Rifondazione Comunista, che ha introdotto l’intervento di Capanna, ha ricordato l’episodio del diniego del preside saluzzese, un brusio di ilarità ha accompagnato la notizia, tanto che è stato giocoforza chiedersi: “Chi ha paura oggi di Mario Capanna?”. Un tempo lo temevano i borghesi, qualcuno lo voleva ammazzare, la Cia gli ha dedicato un dossier, qualcuno lo voleva sequestrare. Oggi,forse, lo teme solo più il preside di un Istituto di Saluzzo. Un bel passo avanti. Dunque, il sessantotto. “Il libro – spiega Mario Capanna – non è la risibile quanto impossibile pretesa di incapsulare il futuro nel passato, ma l’aiuto del passato a mettere in moto il futuro. Non la nostalgia, né l’amarcord, e tanto meno il reducismo, ma la rilettura dell’avvenuto per disegnare più compiutamente il futuro”. L’incontro saluzzese organizzato da Rifondazione Comunista non è solo incentrato sulla politica, anche se molti interventi del dibattito sono finiti proprio sulla politica attuale, ma tanta attenzione all’ambiente, ai bisogni dell’uomo, al terzo mondo, e a quella bruttura che è la “globalizzazione”, ovvero secondo Mario Capanna, “il 10 per cento dell’umanità che possiede l’85 per cento della ricchezza del mondo. Come dire? Quarant’anni andati nella direzione contraria dei sogni del ‘68”. Certo non sono mancati accenni a Berlusconi e alla politica italiana di oggi: “Berlusconi è davvero così forte? No. La sua vera forza è la debolezza della sinistra”. Infine la considerazione che non “serve un altro sessantotto, ma è necessario qualcosa di più e di meglio se si vuole che la storia prosegua” con l’augurio che “tutti sappiano camminare eretti e non carponi di fronte al potere”.
Nella foto a sinistra Mario Capanna durante l’intervento a Saluzzo con a fianco il consigliere regionale Sergio Dalmasso e il professor Fabio Minazzi. In quella a destra l’ex leader del sessantotto con la partigiana “Ombra”, al secolo Paola Sibille.
foto e articolo tratti da targatocn.it

Cineforum in Rosso!

Cineforum in Rosso


Lunedì 15 Dicembre alle ore 21: IL VENTO FA IL SUO GIRO.
presso il circolo PRC in V.Saluzzo 28 a Cuneo.


"A me la parola tolleranza non piace.
Se tu devi tollerare qualcuno,
non c'è il senso di uguaglianza."




sabato 13 dicembre 2008

Addio Rocco, fedele fino in fondo alla tua classe!


Addio Rocco, fedele fino in fondo alla tua classe
di Franco Turigliatto

Rocco Papandrea, protagonista di una lunga stagione di lotta e di battaglie del movimento operaio torinese, dal 1969, quando giovanissimo era entrato alla Fiat di Mirafiori, fino ad oggi, ci la lasciato. E’ stato un quadro esemplare della classe operaia a cui ha dedicato tutte le sue energie e capacità politiche e militanti.
Ci eravamo incontrati per la prima volta in un giorno simbolico: il 3 luglio del 1969. Dopo alcuni mesi di lotte spontanee interne alla Fiat le nuove avanguardie operaie, insieme agli studenti, provarono a organizzare un corteo esterno per coinvolgere la città. La polizia caricò subito davanti alla porta 2 di Mirafiori, ma poco dopo il corteo si ricompose. Mi ritrovai a fare cordone insieme ad alcuni giovani: uno di loro era Rocco, una delle avanguardie della lotta alla Meccanica 2.
Avemmo appena il tempo di presentarci, di dirci chi eravamo, io universitario, lui giovane operaio, figlio di una famiglia del Sud immigrata a Torino, perché, subito dopo, quando il corteo imboccò il grande corso davanti alla palazzina di Mirafiori, Corso Traiano, sullo sfondo si profilò un incredibile schieramento di polizia che aggredì, per la seconda volta, selvaggiamente i manifestanti che trovarono la forza e la volontà di ingaggiare una dura battaglia che si protrasse fino alla notte.
Ritrovai Rocco, qualche settimana dopo, all’assemblea della avanguardie operaie al Palazzetto dello Sport, assemblea in cui predominavano largamente le posizioni estremiste e spontaneiste, ma per noi due fu invece l’occasione di fare una scelta precisa, quella di prendere contatto coi compagni della IV Internazionale, organizzazione a cui aderimmo all’inizio di settembre. Per vie diverse eravamo arrivati alle stesse conclusioni politiche ed organizzative. Una strategia politica che poneva al centro l’autorganizzazione democratica della classe, i consigli di fabbrica, l’unità delle lavoratrici e dei lavoratori contrapposta alle forze e allo stato borghesi, l’internazionalismo come bussola per costruire un nuovo progetto socialista alternativo.
Cominciò così per entrambi una lunga stagione di militanza comune nella IV internazionale e anche una intensa amicizia che ha attraversato quasi 40 anni di battaglie e di lotte politiche e sindacali.
Rocco è stato in prima fila nell’autunno caldo; nel corso della grande ascesa operaia degli anni ’70 acquistò ruolo e credibilità sempre maggiore nel movimento dei lavoratori, alla Fiat e nella FLM torinese Era un operaio che sapeva parlare in modo chiaro a tutti i lavoratori; nello stesso tempo era anche un operaio intellettuale, lesse molto in quegli anni, acquisendo solidi strumenti politici, e la passione a riflettere sulle questioni teoriche e strategiche.
Era caratterizzato da un forte ottimismo che lo portava sempre a valorizzare ogni potenzialità positiva e che gli permetteva di non disperare anche nei momenti più difficili. Spirito che non lo ha abbandonato anche durante la malattia contro cui ha combattuto senza timore con grande coraggio.
Ma Rocco lo voglio ricordare anche in un'altra scadenza centrale della lotta di classe nel nostro paese, uno dei crocevia, la lunga lotta della Fiat nell’autunno del 1980. Siamo alla conclusione della lotta, la drammatica assemblea al cinema Smeraldo del “Consigliane” della Fiat, l’assemblea che riuniva tutti i delegati: sul palco, asserragliati e lontani, i dirigenti sindacali venuti lì per imporre l’accordo di svendita firmato a Roma; in platea il torrente disperato, se pur ancora combattivo, delle avanguardie operaie che non si rassegnavano a una sconfitta subita non sul campo, ma per il cedimento degli apparati burocratici. Alla fine dell’assemblea, Rocco sale sul palco per dare prospettiva alla resistenza, propone al voto le brevi righe che aveva scritto, una mozione che rigetta l’accordo e che venne approvato dalla totalità dei delegati. L’accordo però fu siglato lo stesso dai sindacati e si produsse la sconfitta alla Fiat.
Dopo quella sconfitta Rocco, tra i pochi delegati rimasti in fabbrica, ritesse le file della resistenza e della organizzazione del sindacato. Scomparso il sindacato unitario della FLM, Rocco si impegna a fondo nella Fiom di cui diventa uno dei dirigenti in fabbrica e nella Lega di Mirafiori.
Sul terreno politico alla fine degli anni 80 la LCR, la sezione italiana della Quarta, decide di confluire in Democrazia proletaria. Insieme lavorammo dunque a questa nuova esperienza e nel 1991 partecipammo alla costruzione di Rifondazione. Era politicamente importante che anche i lavoratori potessero esprimersi direttamente nelle assemblee elettive, Rocco era un candidato che aveva tutte le qualità per svolgere questo ruolo; fu grande l’impegno perché fosse candidato per il Parlamento europeo, elezioni dove ottenne un importante risultato e poi perché fosse eletto al Consiglio della Regione Piemonte nel 1995. Per 10 anni ha svolto un lavoro esemplare di opposizione alle giunte del centrodestra, chiamato anche nel momento più difficile per Rifondazione, quella della rottura coi Comunisti italiani, a reggere non solo il gruppo consigliare, ma anche la segreteria politica regionale, compito questo che ha svolto con incredibile pazienza ed abnegazione. Il Piemonte è molto vasto e Rocco ogni sera era in viaggio in qualche provincia per svolgere assemblee, per discutere con compagne e compagni.
Lavorai con lui al gruppo consigliare, un periodo di grande impegno in cui provammo a costruire Rifondazione come forza politica di movimento e di alternativa radicata tra i lavoratori.
Naturalmente nella nostra lunga militanza comune, avevamo avuto anche divergenze, discussioni, momenti di scontro, ma dentro un percorso politico condiviso.
Più complesse e difficili le divergenze che si produssero tra di noi con la svolta di Rifondazione del 2004, la scelta strategica dell’alleanza di governo con il centrosinistra, discussa e confermata dalla maggioranza del partito nel congresso di Venezia. Quel congresso produsse una divisione politica più profonda, pur nel rispetto delle scelte politiche di ciascuno. Rocco che, progressivamente era andato allontanandosi dal riferimento politico della Quarta Internazionale, sostenne la posizione della maggioranza mentre, come è noto, insieme a altre compagne e compagne, il sottoscritto contrastò fortemente quella opzione strategica che ritenevamo profondamente sbagliata. Non a caso da quella battaglia di opposizione nacque Sinistra Critica, prima come corrente interna al partito e poi successivamente come forza politica autonoma.
Queste diverse scelte non ci impedirono però di lavorare insieme nella segreteria regionale di Rifondazione fino alle elezioni politiche della primavera del 2006.
Ma anche dopo quando le strade si erano separate sul piano organizzativo, le scadenze politiche e sindacali del movimento operaio torinese, costituirono sempre per noi momenti di incontro e di scambio di esperienze e di valutazione sui problemi della lotta di classe a cui tenevamo molto.
Perché alla sua classe non solo Rocco ha dato molto, ma è rimasto fedele fino in fondo.

Intervista ad Armando Petrini, neo segretario regionale del PRC del Piemonte

"Facciamoci sentire all'esterno del Partito. Rendiamo visibile il nostro progetto"

di Marco Albertaro

su redazione del 09/12/2008

A colloquio con Armando Petrini, neo segretario regionale del PRC del Piemonte

Armando Petrini (Torino, 1967) è, da poche settimane, il nuovo Segretario regionale del Piemonte. Ricercatore in Discipline dello spettacolo all’Università di Torino, è iscritto al PRC dal 1991, ha fatto parte dell’esecutivo nazionale del Dipartimento università ed è stato membro della Segreteria provinciale di Torino con l’incarico cultura e università. Attualmente svolge il ruolo di Coordinatore della Segreteria provinciale torinese. Lo abbiamo incontrato poche ore dopo la sua elezione raccogliendone alcune impressioni a caldo.  ................

leggi tutta l'intervista

LA LEGGE PIEMONTESE SULL'AMIANTO SARA' PRESENTATA IN UN IMPORTANTE CONVEGNO EUROPEO A STRASBURGO

"Il prossimo martedì 16 dicembre – dice Alberto Deambrogio, cons. reg. PRC-SE uno dei relatori dell'incontro di Savigliano, si terrà a Strasburgo un importante convegno intitolato 'l'Amianto un dramma senza frontiere'."

"L'incontro europeo –continua Deambrogio - è organizzato dall'agenzia di stampa 'Viva' in collaborazione con la mutua 'Santé Plus' e con il GUE (Gruppo della Sinistra Unita e Verde nordica di cui fa parte il PRC-SE). La giornata è suddivisa in due parti, con una sessione mattutina dedicata ad interventi di tipo scientifico e tecnico a cui parteciperanno anche Nicola Pondrano, Bruno Pesce e Sergio Bonetto, i quali descriveranno tutti gli avanzamenti e le novità relative alle lotte ambientali, sindacali e legali maturate in Italia e a Casale Monferrato in particolare".

"Nella sessione pomeridiana – continua ancora Deambrogio – ci sarà spazio invece per interventi di tipo più politico. Sarà dunque il momento in cui Vittorio Agnoletto (Europarlamentare PRC-SE) potrà, insieme ad altri esponenti di associazioni e sindacati, fare il punto sulla costruzione di movimenti sociali in grado di definire nuovi e più efficaci interventi a livello europeo".

"Sempre in questa sessione di lavori – conclude Deambrogio – avrò l'occasione di presentare il lavoro fatto in Piemonte con la nuova legge quadro sull'amianto. E' davvero un'opportunità rilevante per dimostrare, anche in sede internazionale, che alcuni passi in avanti dal punto di vista normativo possono derivare dall'attenzione di singole regioni. Nonostante i limiti oggettivi di azione, queste ultime sono capaci infatti di indicare strade percorribili per tutti".

venerdì 12 dicembre 2008

LA RISPOSTA DEL SEGRETARIO P.D.

Caro Fabio, vi chiedo se è possibile pazientare a dopo il 14 Dicembre, essendo noi molto impegnati nella dinamica delle primarie che rappresentano per il PD cuneese, anche alla luce degli esiti che avranno , elemento propedeutico rispetto al dibattito a cui non vogliamo sottrarci per la costruzione di una alternativa di Governo a questa destra provinciale e nazionale.
Ciao e Grazie
Massimo Scavino

COMUNICATO STAMPA

Il 18 novembre è stata recapitata questa breve lettera al responsabile provinciale del Partito Democratico cuneese:

"Di fronte ad un quadro socioeconomico dell'Italia sempre più preoccupante, aggravato dai provvedimenti pesantemente antipopolari presi a danno dello stato sociale dal governo Berlusconi e dalle minacce che incombono sullo stato di diritto, mentre cominciano le manovre e le dichiarazioni di dirigenti politici di varia estrazione su alleanze e candidature per le prossime elezioni amministrative, i sottoscritti, responsabili provinciali del Partito della rifondazione comunista, del Partito dei comunisti italiani e di Sinistra democratica, a nome delle rispettive segreterie o coordinamenti, chiedono agli organismi dirigenti del PD cuneese un incontro da fissare in tempi rapidi per discutere le possibilità di creare un'alternativa di programma e di schieramento alla maggioranza di centrodestra che attualmente guida la Provincia e le città di Alba e Bra, di rinsaldare per converso le amministrazioni progressiste nelle città e nei comuni in cui sono attualmente in carica”.

Ad oggi, mentre impazza il toto-primarie del P.D., non si è avuta nessuna risposta. Eppure in Provincia di Cuneo amministriamo insieme al Partito Democratico realtà importanti (a cominciare dal capoluogo).

Siccome riteniamo che la politica sia confronto di proposte, fatte in modo schietto e trasparente, ci permettiamo di portare alla vostra conoscenza la lettera con cui chiedevamo di discutere assieme delle prospettive che stanno davanti alla nostra provincia.


Fabio Panero, Partito della rifondazione comunista
Enzo Lisai, Partito dei comunisti italiani
Livio Berardo, Sinistra democratica

giovedì 11 dicembre 2008

DALMASSO (PRC-SE): LODO ALFANO, SODDISFATTI VOTO AULA – NECESSARIA UNA GRANDE MOBILITAZIONE SULLE QUESTIONI SOCIALI E IN DIFESA DELLA DEMOCRAZIA

Il Consiglio Regionale del Piemonte ha votato, primo in Italia, una deliberazione con la “Proposta di referendum abrogativo sulla legge 124/2008 (Lodo Alfano)”.

“Siamo particolarmente soddisfatti del voto su questa deliberazione che ci auguriamo possa essere estesa anche ad altri quattro Consigli Regionali per rendere effettivo il referendum, per quanto questo sarà reso possibile dal milione di firme raccolte nelle piazze”.

“Il nostro partito è impegnato da tempo nella raccolta firme; un impegno che ci vede partecipare tutte le nostre strutture di base, in uno sforzo davvero notevole che ha contribuito al positivo risultato della raccolta”.

“Solo coniugando l’iniziativa più propriamente sociale con la difesa dei principi democratici è possibile oggi parlare al Paese. La legge Alfano è da questo punto di vista una aberrazione, un atto che lede principi fondamentali della Costituzione. Il fatto che le quattro più alte cariche dello stato possano godere di una sorta di impunità è in sé un vulnus al principio di eguaglianza dei cittadini, che risulta ancora più odioso per il fatto che dietro a questo provvedimento si consuma l’arbitrio di una maggioranza che, in tal modo, mette sotto protezione il proprio leader da azioni giudiziarie”.

Torino, 10 dicembre 2008




giovedì 4 dicembre 2008

Il testo della nuova legge regionale sull'amianto

Qui sotto potete scaricate il testo completo della nuova Legge Regionale sull'amianto


Si può morire sul lavoro a 20 anni? In Italia sì, si può

di Maurizio Pagliassotti
su Liberazione del 04/12/2008


Ennesimo incidente nelle cave di Bagnolo, località del cuneese famosa per le pietre di Luserna utilizzate in tutto il mondo come copertura. Un operaio ventenne, Walter Ariaudo, ha perso la vita e altri tre operai, tra cui il fratello Fulvio di 19 anni, sono rimasti lievemente feriti, nello scoppio di un container invaso dal gas in località Balma Oro. La dinamica è ancora tutta da verificare anche perché le ipotesi sono molto diverse.Secondo i vigili del fuoco che sono subito accorsi l'intenso freddo di queste notti avrebbe impedito l'apertura dei lucchetti del container dove gli operai dovevano entrare questa mattina alle otto.Dentro il container erano custoditi gli attrezzi da lavoro e le tute protettive.Gli operai avrebbero tentato di scaldare i due lucchetti con mezzi di fortuna, prima con un accendino poi con alcune torce di carta, ignari che l'interno del locale fosse saturo di gas a causa della dispersione proveniente da una bombola. Con il primo lucchetto, secondo la ricostruzione, avrebbero avuto "successo" mentre il secondo è stato fatale.Le fiamme a contatto con il gas hanno provocato l'esplosione che ha investito la giovane vittima, morta sul colpo, e i suoi colleghi. Il fratello Fulvio è stato trasferito all'ospedale di Savigliano, ma le sue condizioni non sono preoccupanti. Sul fatto indagano i carabinieri e la polizia mineraria, il cui interesse è focalizzato soprattutto sulla bombola divenuta un ordigno. I colleghi commentano che il gesto che i tre hanno compiuto è diffuso tra chi opera nelle cave in quanto il gelo spesso blocca non solo le serrature ama anche i meccanismi. Nessuno ovviamente pensava però che una bombola del gas, forse due, potesse saturare un ambiente grande come quello di un container.Secondo un'altra versione, circolata in paese e senza riscontro di fatto, invece gli operai sarebbero morti a causa dell'esplosione di una mina utilizzate per il distaccamento di pezzi di roccia.Nell'esplosione sono rimasti contusi anche un italiano di sessantacinque anni e un giovane nigeriano di diciannove.Le cave di bagnolo sono famose in tutto il mondo per la pregiata pietra ma anche perché tutto intorno si è creata una delle comunità di cinesi più grandi d'Italia, seconda forse solo a quella di Prato. Proprio per questa ragione la zona è conosciuta anche per l'alto numero di incidenti che accadono, spesso non denunciati. La produzione è continua e non conosce crisi, i manovali cinesi assicurano una redditività senza pari. Le cave sono state aperte circa cento anni fa e sono fonte oggi di un forte impatto ambientale che si scontra con le forti ricadute occupazionali presenti.I due fratelli ed il ragazzo nigeriano avevano da poco iniziato a lavorare presso la cava.Oltre a quello di Cuneo, ieri ci sono stati altri tre morti, tanto per non tradire la media che parla di 4 infortuni sul lavoro al giorno. A Somma Vesuviana, in provincia di Napoli, un operaio di 23 anni, dipendente di una ditta di movimento terra, haperso la vita mentre stava lavorando al trasporto di materiali inerti all'interno della ditta: è rimasto impigliato nel nastro trasportatore, privo di sistemi di protezione e di sicurezza, ed è stato schiacciato. A Sciacca, in provincia di Agrigento (dove è stato proclamato il lutto cittadino) un operaio di 35 anni è morto in un cantiere comunale per la realizzazione della nuova rete fognaria. L'uomo, sposato e padre di due bambini, si trovava in una buca, intento a collegare dei tubi, quando un lastrone di asfalto si è staccato dalla strada franandogli addosso. Infine a Fermo, in provincia di Ascoli Piceno, una donna di 36 anni, è morta oggi in una fabbrica dove si è sentita male mentre era al lavoro.

domenica 30 novembre 2008

ARMANDO PETRINI E’ IL NUOVO SEGRETARIO REGIONALE DEL PRC


ARMANDO PETRINI E’ IL NUOVO SEGRETARIO REGIONALE DEL PRC

Si è svolto oggi il 3° Congresso Regionale di Rifondazione Comunista. Al termine dei lavori Armando Petrini è stato eletto segretario regionale. Petrini succede ad Alberto Deambrogio, in carica da quasi 5 anni.

Armando Petrini, nato a Torino nel 1967, è ricercatore in Discipline dello spettacolo all’Università di Torino. Iscritto al PRC dal 1991, ha fatto parte dell’esecutivo nazionale del Dipartimento università ed è stato membro della Segreteria provinciale di Torino con l’incarico cultura e università. Attualmente svolge il ruolo di Coordinatore della Segreteria provinciale di Torino.

"Concludiamo finalmente – afferma il neosegretario Petrini - una lunga stagione congressuale avviatasi prima dell’estate. Un percorso importante, necessario per riflettere e discutere fra noi, in particolar modo dopo il disastro elettorale dell’aprile scorso. Ora però è assolutamente necessario uscire da una fase che è stata anche di eccessivo ripiegamento del partito su se stesso e rilanciare con forza e con determinazione la nostra iniziativa politica”.

“La drammatica crisi economica, che coinvolge duramente anche il Piemonte, ci impone con ancora più urgenza di essere presenti fra i lavoratori e nelle fasce più deboli della società con la nostra proposta politica. Ed è fra l’altro proprio la crisi economica –che è ben più di una semplice crisi congiunturale- a dimostrare quanto la nostra iniziativa e la nostra proposta fossero lungimiranti. Con buona pace di chi pensava che Rifondazione comunista e il suo progetto politico fossero ormai irrimediabilmente destinati a finire in soffitta”.

“Le disastrose politiche del governo Berlusconi – penso in particolare al lavoro, alla scuola- innescano, come era in parte prevedibile, una dura e salutare reazione da parte di chi si sente colpito da misure pesantemente sbagliate e profondamente ingiuste. Le dure proteste di questi giorni –ricordo l’Onda studentesca e lo sciopero generale del 12 dicembre prossimo- dimostrano non solo che contrastare le politiche della destra e di Confindustria è possibile, ma anche che ad essere assente in Italia non è tanto il conflitto sociale quanto, soprattutto, la sua rappresentanza politica", conclude Petrini.

Torino, 30 Novembre 2008

mercoledì 26 novembre 2008

Incontro sul futuro della scuola a Madonna dell'olmo

Martedì 2 dicembre alle ore 21
presso il salone della pro loco di Madonna dell'Olmo
si terrà un incontro pubblico dal titolo
COSA ACCADRA' ALLE SCUOLE DELLE NOSTRE FRAZIONI IN SEGUITO AL DECRETO GELMINI?
L'incontro è organizzato dai Comitati di Quartiere dell'oltre Stura che promuovono un confronto tra amministratori locali, rappresentanti scolastici e famiglie.
1) sarebbe importante partecipare per far sentire la voce di chi è contro questa riforma e perchè (con le annesse ricadute sul territorio): amministratori, comitato famiglie, studenti, etc.
2) ho fatto stampare dei volantini che sono reperibili nella stamperia comunale per poter diffondre capillarmente l'invito.
UNA BUONA OCCASIONE PER NON FAR CADRE L'ATTENZIONE SUL MONDO DELLA SCUOLA.
Fabio Panero

venerdì 21 novembre 2008

Cineforum in Rosso

LUNEDI' 24 NOVEMBRE
ORE 21
PORCI CON LE ALI


Regia di Paolo Pietrangeli

Nella Roma degli anni '70, nell'ambito della piccola borghesia di sinistra, due giovanissimi militanti (F. Bianchi e C. Mancinelli Scotti, figlia di Elsa Martinelli) fanno più l'amore che l'impegno politico. Pur seguendo piuttosto fedelmente la vicenda del romanzo best seller (1976) di Lidia Ravera e Marco Lombardo Radice, l'opera prima del cantautore P. Pietrangeli cerca di: 1) mettersi dalla parte di “loro” (i giovani, gli “orfani del PCI”), raccontandone sbandamento, malessere, confusione vitalistica in modi riduttivi e superficiali; 2) mettersi dalla parte degli “altri” (adulti, padri), auspicando tra le righe l'incontro, la riconciliazione, il superamento delle contraddizioni. L'equivoco ibridismo ideologico si ripropone a livello stilistico, in altalena tra un Godard orecchiato e un Lizzani ricalcato. I due autori del romanzo si dissociarono. Il film non ebbe nemmeno una piccola parte del successo di scandalo goduto dal libro (firmato con lo pseudonimo di Rocco e Antonia) anche perché, vietato ai minori di 18 anni, fu sequestrato. Canzoni di Giovanna Marini.

(Tratto dal dizionario Morandini)

giovedì 20 novembre 2008

L'intervista di Veltroni cui ha risposto Paolo Ferrero

LA RISPOSTA A GALLI DELLA LOGGIA

Non siamo nostalgici

Caro direttore, 
la coscienza storica è essenziale al dibattito pubblico e alla politica. A patto però che non sia utilizzata per leggere il presente, e il futuro con le categorie del passato. Mi è parso incorrere in questo vizio l'editoriale di una persona che stimo come Ernesto Galli della Loggia, pubblicato sul Corriere di ieri. Galli rimprovera al Pd e al suo segretario di aver abbandonato l'ambizione, la vocazione «maggioritaria» e di essere ritornato, dopo la sconfitta elettorale, alla nostalgia dell'unità delle sinistre: ricalcando in questo modo la cultura che fu del Pci e la linea del «niente nemici a sinistra», da sempre pietra tombale di ogni riformismo. Gli argomenti empirici che Galli riesce a produrre a sostegno della sua tesi «continuista» sono in realtà alquanto discutibili.

Egli stesso se ne rende conto, quando scrive, in calce all'elenco dei capi d'accusa, che «di per sé, naturalmente, nessuna di queste scelte è una scelta esplicita per l'unità delle sinistre ». Solo una ideologia della insuperabilità dei limiti storici, culturali prima ancora che politici, della sinistra italiana, può trasformare questi incerti argomenti nel giudizio netto e definitivo pronunciato da Galli. In effetti, la storia di questo primo anno di vita del Pd è assai diversa e racconta del sorgere e del progressivo affermarsi e radicarsi, per la prima volta nella storia d'Italia, di un moderno riformismo di popolo, dalle dimensioni di massa, largamente prevalenti nel campo del centrosinistra. Ciò è avvenuto e continua a verificarsi, non in astratto, ma dentro e attraverso la lotta politica, con le sue inevitabili contraddizioni e tortuosità, certamente, ma anche con le sue innegabili rotture e inequivocabili discontinuità. Con la sua nascita e la sua affermazione elettorale, che lo ha portato di un balzo, pur nella sconfitta, alle dimensioni dei grandi partiti riformisti e democratici dell'Occidente, il Pd ha risolto la lunga «contesa a sinistra»: grazie alla convergenza di tutti i riformisti in una casa comune, il centrosinistra è stato liberato non solo dalla egemonia del comunismo, finita con il 1989, ma anche dal complesso unionista del «niente nemici a sinistra», che per troppo tempo aveva impedito al riformismo di dispiegare compiutamente la sua cultura di governo e il suo progetto di cambiamento della società italiana.

E ciò è avvenuto non con operazioni a tavolino, ma dando battaglia, al cospetto degli elettori, proprio sui due fronti di cui parla Galli: quello dell'avversario di centrodestra, l'asse Pdl-Lega, e quello del competitore a sinistra, radunato da Bertinotti sotto le insegne dell'Arcobaleno. All'indomani delle elezioni, il Pd ha affrontato a viso aperto, anche attraverso un tormentato dibattito interno, la tentazione del richiamo della foresta: tornare all'unionismo frontista, o impostare la propria opposizione nel segno dell'antiberlusconismo giustizialista. La tentazione è stata vinta: abbiamo detto no a piazza Navona e no al referendum sul lodo Alfano. Abbiamo scelto di sfidare la maggioranza e il governo su un altro terreno, quello delle grandi questioni economiche e sociali: dai salari al fisco, dal welfare alla scuola e all' Università. Su questi temi abbiamo chiamato alla mobilitazione il nostro popolo e abbiamo dato vita, al Circo Massimo, alla più grande manifestazione riformista della storia d'Italia: una manifestazione convocata contro la politica economica e sociale del governo, palesemente inadeguata ad affrontare con determinazione i grandi problemi dell'Italia, e in nome di una piattaforma alternativa, al tempo stesso radicale, nei suoi principi e valori, e moderata nel gradualismo dei suoi obiettivi, come è proprio di ogni vero riformismo.

Attorno a questa piattaforma, che punta a sgravi fiscali per salari, stipendi e pensioni, finanziati con tagli selettivi alla spesa pubblica, a un nuovo sistema di ammortizzatori sociali, fondato su un chiaro superamento dell'attuale dualismo tra garantiti e precari, a misure di sostegno al credito per le piccole imprese, al rilancio della scuola, dell'Università e della ricerca, attraverso riforme che premino il merito e la qualità, il Pd lavora alla costruzione di una larga coalizione sociale, ad una nuova alleanza tra lavoro e impresa, grande e piccola, tra lavoratori dipendenti e autonomi, tra lavoro e sapere: una coalizione orientata al futuro e alle giovani generazioni. E' lungo questa via che il Pd sta costruendo, dandosi il tempo che è necessario sotto il cielo di ogni paese democratico, quella che Galli chiama «una linea politica d'opposizione capace di tenere insieme, e di rendere egualmente visibili, il profilo riformista del suo partito da un lato, e dall'altro la chiarezza del quotidiano contrasto rispetto al governo ».

Un contrasto, quello col centrodestra, che non è solo programmatico, ma anche culturale e ideale. Il Pd scommette sulle risorse morali, prima ancora che materiali, della società aperta, di un mercato regolato, della democrazia liberale e quindi della divisione dei poteri e del potere. Dall'altra parte, si scommette invece sulla concentrazione del potere, sulla cultura della delega, sul primato della forza sulle regole. Non è un caso se, come ha notato a più riprese il Corriere, il Pd guarda da tempo alla esperienza dei democratici americani e alla straordinaria novità rappresentata da Barack Obama. Così come non è un caso se con il governo Berlusconi si è stabilita una inedita «special relationship» con la Russia di Putin. Davvero la storia non è un eterno ritorno dell'identico.

Walter Veltroni
19 novembre 2008

PD. VELTRONI HA RAGIONE. PD ROMPE CON STORIA E TRADIZIONE SINISTRA ITALIANA

PD. VELTRONI HA RAGIONE. PD ROMPE CON STORIA E TRADIZIONE SINISTRA ITALIANA PER SUA VOCAZIONE CONFINDUSTRIALE. NECESSARI RILANCIARE PRC E SINISTRA POPOLARE E AUTONOMA.

Novembre 19, 2008

Leggo che il segretario del Pd Walter Veltroni, in una lettera inviata al Corriere della Sera e pubblicata oggi, sostiene che il Pd avrebbe "risolto la lunga contesa a sinistra" e si sarebbe "liberato" non solo "dalla egemonia del comunismo", ma anche "del complesso unionista del
'niente nemici a sinistra' ".

Posso effettivamente testimoniare che il Pd di Veltroni ha completamente rotto i ponti con la storia e la tradizione politica della sinistra italiana. Infatti, il Pd è un partito confindustriale per vocazione e per collocazione politica e sociale, fatto effettivamente del tutto nuovo e inedito, nella lunga storia della sinistra italiana.

Non si tratta, tuttavia, di una differenza positiva, visto che apre uno spazio politico enorme quanto drammatico alla possibilità che il disagio sociale ed economico che vivono le classi lavoratrici e i ceti popolari del nostro Paese si trasformi presto in una vera guerra tra
poveri.

Proprio per questo motivo e a differenza del mio amico Nichi Vendola, ritengo necessario rilanciare l'azione e la presenza di Rifondazione comunista, nella società italiana, in qualità di motore di una sinistra popolare, a vocazione maggioritaria e, dunque, autonoma dal Pd.

PAOLO FERRERO

Segretario Nazionale Rifondazione Comunista

mercoledì 19 novembre 2008

La riforma Gelmini spiegata al mio vicino di casa

Segnaliamo questa presentazione in power point della riforma Gelmini. Era stata fatta per lo sciopero del 30 ottobre, crediamo sia utile farla girare ancora oggi, spiega in modo semplice cosa succederà alla scuola pubblica dopo la cura Gelmini.

martedì 18 novembre 2008

Venerdì 21 novembre dalle 9 alle 13.00 presso il mercato cittadino di Bra piazza Carlo Alberto raccolta firme contro il "lodo alfano" e volantinaggio di Rifondazione Comunista sullo sciopero generale del 12 dicembre
 
 
Sabato 22 Novembre la Carovana Nazionale Antimafia farà tappa a Cuneo
Questi gli appuntamenti con Francesco Forgione (ex Presidente della Commissione Parlamentare Antimafia):
 
ore 11,00:  Istituto Magistrale De Amicis, corso Brunet 12
ASSEMBLEA CON GLI STUDENTI Francesco Forgione incontra gli studenti di Cuneo

ore 17,00: Libreria Janus, piazza Europa

PRESENTAZIONE LIBRO “’NDRANGHETA” Francesco Forgione presenta il libro tratto dall’ultima relazione della commissione parlamentare antimafia.

Ore 20,30: Salone parrocchiale San Paolo 
CENA DELLA LEGALITA’ con Francesco Forgione e intrattenimento finale con i “Diverba”. 

costo 10 euro menu: antipasti, polenta, spezzatino, formaggi, dolce e TANTO VINO.

Il ricavato della cena sarà gentilmente devoluto ai progetti di Libera sui beni confiscati.

Prenotazione obbligatoria entro venerdì 21 al 3473300525 (Gianluca) - liberacuneo@libero.it. Altre informazioni su http://liberacuneo.blogspot.com

A proposito di "casta rossa"

Penso sia importante girare questa lettera di Claudio Grassi che riassume le decisioni della Direzione Nazionale per far sapere quello che avviene all'interno di Rifondazione Comunista (all'onor della cronaca quando si tratta di screditarci). Un piccolo contributo di coerenza e di trasparenza.
Il vantaggio della rete è che ciò che non interessa si può cestinare senza sprecare carta.
 
Fabio Panero
 
 
Non esistono stanze dorate, partiamo da noi
 
 
Claudio Grassi,
responsabile nazionale Organizzazione Prc
 
Quella di martedì è stata una riunione importante per la Direzione nazionale. Non soltanto perché il partito, con grande responsabilità, ha ribadito l'impegno a lavorare affinché Liberazione possa sopravvivere e rilanciarsi, divenendo parte essenziale del progetto di ricostruzione del Prc e del suo insediamento territoriale. Ma anche perché essa ha approvato il nuovo regolamento economico e organizzativo del partito.

Ne aveva già dato notizia
lo scorso 5 novembre il manifesto, anticipando i contenuti di un testo votato soltanto nel corso di quest'ultima riunione. Qual è la ratio complessiva del regolamento e quali innovazioni introduce?

La logica che sottende
il regolamento è semplice: chiarire sin dagli atti relativi alla nostra organizzazione interna il senso di una svolta necessaria. E cioè che il partito cambia e, in sintonia con i deliberati della conferenza d'organizzazione di Carrara, prova a riporre al centro della propria attività un costume di sobrietà, equilibrio, austerità. Non si dà svolta politica (a sinistra, come ha chiarito il congresso) senza una svolta nei comportamenti concreti, finanche nell'etica complessiva del nostro partito.

La crisi economica investe
tutti e investe - come sa bene chiunque paghi di tasca propria i soldi necessari per tenere aperte sul territorio le sedi dei nostri circoli - anche Rifondazione Comunista. E investe Rifondazione Comunista a maggior ragione in una congiuntura (che a dire il vero dura da diversi anni) in cui il partito si deve ogni anno far carico di ripianare i debiti del suo quotidiano (solo per il 2008 il Prc verserà, tra ricapitalizzazione e copertura delle perdite, circa 3 milioni e 800 mila euro: oltre il 30% del suo bilancio annuale).

Di fronte a questa situazione
cosa abbiamo deciso di fare? Cercare di salvaguardare i posti di lavoro dei dipendenti del partito, garantendo livelli salariali più che dignitosi, diminuendo ampiamente le spese non essenziali e gli stipendi più alti.

Provvedimenti molto concreti,
che a mio avviso sono la cifra di una nuova consapevolezza che ha maturato il partito, anche rispetto a se stesso: l'indennità di funzione del segretario nazionale passa da 5.300 euro a 3.000; quella dei membri della segreteria da 2.500 a 2.200. I parlamentari che verranno eletti (ce lo auguriamo…) nella prossima legislatura verseranno al partito l'intero ammontare del loro stipendio ad eccezione di 3.200 euro (e non soltanto il 55%, come stabiliva il regolamento precedente) e, al termine della legislatura, verseranno il 50% della propria indennità di fine mandato (e non più il 30%). I consiglieri regionali e gli eventuali assessori regionali, i consiglieri provinciali e gli eventuali assessori provinciali, che in precedenza versavano al partito il 55% dei propri emolumenti, ora percepiranno, al massimo, 2.200 euro al mese.
Tutto questo determina una condizione per cui il disequilibrio tra lo stipendio dell'impiegato neo-assunto con funzioni di segreteria e quello del segretario nazionale del partito è notevolmente più contenuto rispetto al passato. Brutalizzando: se nelle grandi aziende italiane il rapporto tra lo stipendio di un top manager e il salario di un operaio è di 1 a 130, da oggi nel nostro partito il rapporto tra lo stipendio più alto e quello più basso sarà di 1 a 2.

Contestualmente,
si è deciso di introdurre criteri più tassativi e rigidi per i rimborsi validi per le iniziative sui territori, scoraggiando e impedendo lo spreco di risorse così vitali per lo stato attuale delle nostre finanze.

Infine, per consentire
un aumento equilibrato delle entrate si sono introdotte soglie minime per le quote di iscrizione secondo un criterio di progressività: 20 euro per giovani, studenti, cassaintegrati, disoccupati e pensionati al minimo e 40 euro per tutti gli altri. Si tratta di un provvedimento importante per tre ragioni: perché riafferma la centralità del principio dell'auto-finanziamento, instradando nei fatti il partito nella direzione dell'autonomia dai ceti istituzionali (un partito che dipende soltanto o essenzialmente dagli eletti è un partito non autonomo nelle sue scelte politiche), perché chiede un maggiore coinvolgimento dei propri iscritti (creando un vincolo più forte tra i compagni e i circoli territoriali), e perché bandisce lo scempio che purtroppo il partito ha dovuto subire negli ultimi anni derivante dalla iscrizione in massa alle vigilie dei congressi di centinaia di compagne e compagni con quote di adesione irrisorie.

Non passa certo da qui
, in misura prevalente, il nostro reinsediamento sociale e la sfida della opposizione politica e sociale al governo delle destre e a Confindustria. Tuttavia da oggi i nostri detrattori hanno un argomento in meno. Non esistono, per noi comunisti, stanze dorate della politica separate dalla società che tutti viviamo (e soffriamo) ogni giorno. Proviamo a partire anche da qui, dal nostro piccolo.

Intervento conclusivo di Paolo Ferrero alla Direzione Nazionale


Riunione del 12 Novembre 2008

Innanzitutto ribadisco la piena disponibilità ad incontrare i lavoratori di Liberazione , giornalisti e poligrafici, in ogni occasione che lo riterranno opportuno. Ritengo sbagliato che sia io a chiedere l'assemblea con i lavoratori perché i lavoratori hanno i loro rappresentanti sindacali e in nessun modo voglio mettere in campo delle pratiche che scavalchino i legittimi rappresentanti dei lavoratori: sarebbe un comportamento antisindacale. Quindi la difficile vicenda della crisi di Liberazione va affrontata nel pieno rispetto dei ruoli e delle prerogative delle parti in causa - partito, società editrice Mrc, rappresentanze dei lavoratori, lavoratori - senza interferenze che avrebbero l'unico effetto di peggiorare la situazione. In questo quadro ribadisco la mia piena disponibilità ad incontrare i lavoratori ogni volta che questi lo reputino necessario. Detto questo, voglio portare a conoscenza della Direzione che nei colloqui con il Comitato di Redazione e con le rappresentanze sindacali dei lavoratori è emerso un problema di relazioni sindacali con l'editore Mrc del giornale Liberazione.
Ho raccolto una diffusa critica di scarsità di chiarezza e di mancanza di informazioni da parte del CdA della società editrice Mrc verso gli organi sindacali dei giornalisti e dei poligrafici di Liberazione . Questa critica alla società editrice deve essere presa in seria considerazione e per questo chiedo al CdA della società editrice Mrc di attivare relazioni sindacali cristalline. I rappresentanti sindacali devono essere messi nella condizione di avere tutti gli elementi che i contratti nazionali di lavoro garantiscono ai lavoratori. E considererei scandaloso, oltre che inaccettabile, che una società di cui il Partito della Rifondazione Comunista è proprietario, non faccia non dico di più, ma nemmeno il minimo definito sul piano sindacale. Questo deve essere garantito e chiedo quindi al CdA dell'Mrc un salto di qualità nella cura delle relazioni sindacali, così come ho chiesto ai lavoratori che facciano presente ogni problema al Partito in modo da intervenire immediatamente sulla nostra società al fine di risolverlo immediatamente. Dico questo per una questione di rispetto nei confronti dei lavoratori, dei giornalisti e del sindacato ma anche per rispetto verso il partito. Credo infatti che il Prc abbia tutto l'interesse a ricercare una soluzione trasarente dei problemi di Liberazione e lo dico perché penso che questa soluzione sarà tanto migliore se tutte le risorse ed i saperi che ci sono al giornale possono essere attivati.

Per quanto riguarda le responsabilità
della segreteria, l'ho detto ai giornalisti e ai lavoratori poligrafici in assemblea, e lo ripeto qui: la segreteria ha fatto tutto quanto era in suo potere. A metà ottobre il Cpn ha chiesto alla società editrice di fornire i dati su Liberazione nel più breve tempo possibile. Ho convocato la riunione della direzione il 10 di ottobre, quando abbiamo avuto i dati ufficiali dalla società editrice; abbiamo deciso in quella sede che entro il 30 dello stesso mese ci dovesse essere una proposta da parte del Consiglio di Amministrazione della società editrice Mrc; la proposta l'abbiamo avuta dopo e la direzione è stata fissata oggi per questo motivo. Lo dico perché la segreteria è stata assolutamente attenta a non perdere tempo, perché la situazione è drammatica e prima si assumono delle decisioni prima si risolve la questione.

Adesso sappiamo che la situazione
di Liberazione è drammatica perché per mesi non era chiara l'effettiva entità del deficit del 2008. Adesso abbiamo oltre ai dati del consiglio di amministrazione, la certificazione dei medesimi, e sappiamo che per il 2008 è previsto un deficit pari a circa 3 milioni e trecentomila euro. Che vuol dire concretamente, che per ogni copia di Liberazione che viene venduta, chi la compera paga 1 euro e Rifondazione comunista ne paga un po' più di uno e mezzo. Un disastro dal punto di vista finanziario.

C'è una condizione molto negativa
anche dal punto di vista delle vendite, e i dati del distributore nazionale Sodip confermano il fatto che non c'è nessun elemento di controtendenza: continuiamo a perdere copie. Il direttore di Liberazione ha scritto qualche settimana fa che ci trovavamo di fronte ad una ripresa delle vendite. Dai dati ufficiali questa ripresa non emerge. Penso quindi che bisognerebbe smetterla, tra di noi e nella comunicazione all'esterno, di far finata che la situazione sia tutto sommato non molto brutta. La situazione che abbiamo ereditato è disastrosa.

In questo quadro molto
difficile noi oggi facciamo solo un pezzo dell'operazione, e cioè mettiamo in condizione la società editrice Mrc di non portare i libri in tribunale, in cambio di una contropartita. E cioè che si determini una condizione in cui nel 2009 non ci siano altri deficit. Per un motivo semplicissimo: che se il deficit si dovesse ripetere, anche in misura ridotta, questo metterebbe in discussione l'esistenza stessa di Rifondazione comunista. Le entrate di Rifondazione sono quelle che sono e abbiamo deciso stamane di aumentare la quota delle tessere e di ridurre lo stipendio ai dirigenti. La nostra situazione economica non ci permette di coprire altri buchi nel bilancio di Liberazione . Quindi noi oggi applichiamo quanto abbiamo deciso unanimemente in questa direzione e cioè che il bilancio del 2009 deve stare in pari e nello stesso tempo decidiamo la ricapitalizzazione della società Mrc, cioè facciamo un investimento molto forte sul fatto che il giornale prosegua.

Lo dico in maniera
che sia inequivocabile. Prendiamo la decisione di far continuare il giornale e il Partito fa un investimento enorme sul giornale, come non facciamo per nessun altro settore di lavoro. Questo lo facciamo a prescindere dal giudizio sulla linea politica del giornale. Lo dico forte e chiaro perché non ci siano equivoci: la salvezza del giornale e il destino dei lavoratori che vi operano sono all'origine della scelta che facciamo oggi. Lo dico perché sia chiaro rispetto agli striscioni che ho visto sulla "liquidazione comunista": questo gruppo dirigente sceglie di non liquidare Liberazione e di investirci una somma molto ingente. Oggi decidiamo a partire dal fatto che ci sono decine di lavoratori impiegati a Liberazione.

Se così non fosse, la discussione, per quanto mi riguarda, avrebbe tutte altre caratteristiche: sarebbe incentrata sul rapporto costi/benefici, in termini politici e cioè sul piano del rapporto tra costi economici dell'impresa editoriale e benefici politici. Non abbiamo fatto questa discussione proprio in virtù dellla responsabilità che sentiamo nei confronti dei lavoratori di Liberazione .

C'è poi un problema di rilancio del giornale,
perché attualmente serve a poco. Il problema del rilancio del giornale è un problema politico prima che economico; non è solo un problema di campagne promozionali, è un problema di sintonia con il corpo del partito. Io penso che sia giusta la richiesta avanzata da alcuni compagni di discuterne in Comitato politico nazionale, sede deputata a discutere delle politiche editoriali del partito. Va fatta una discussione approfondita sul giornale e vanno assunti degli orientamenti chiari. Penso che sia bene oggi decidere sul piano economico e questo Partito garantisce al giornale di proseguire, dopo di che il Partito farà una discussione su quello che è l'indirizzo auspicato del giornale.

L'ultima cosa è la proposta, in linea con quanto discusso con i lavoratori, che il vincolo sull'accordo, sia un vincolo politico, e non un vincolo formale. Lo dico perché non possiamo assumere delle decisioni che fra di loro possono entrare in contraddizione. Nella direzione scorsa abbiamo votato all'unanimità che il bilancio di Liberazione debba prevedere il pareggio di bilancio nel 2009. A questo vincolo non possiamo derogare per nessuna ragione. Il vincolo all'accordo deve quindi essere politico e non formale.
Per queste ragioni vi invito a votare l'ordine del giorno che ha presentatato la segreteria.

A Ruota Libera e conferenza regionale lavoratori

su questo sito potrai vedere le interviste fatte a lavoratrici e lavoratori in giro par il Piemonte (anche a Cuneo di fronte all'ospedale)

Il video verrà presentato

SABATO 22 E DOMENICA 23 NOVEMBRE: CONFERENZA REGIONALE DELLE LAVORATRICI E DEI LAVORATORI

Teatro 7, corso Regio Parco 146, Torino.

SABATO 22 NOVEMBRE

ORE 9.30 Apertura dei lavori

Introduzione  di Juri BOSSUTO, Presidente Regionale della Commissione Lavoro

ORE 10.00 Relazione sulla situazione economica-produttiva-occupazionale in Piemonte di Vittorio FERRERO, economista Ires Piemonte

ORE 10.30 Inizio delle sessioni tematiche:

1) La crisi produttiva e il caso Fiat. Impatto a livello regionale della recessione economico-produttiva;la situazione del Gruppo Fiat, ieri motore della ripresa nazionale, oggi sull’orlo di una nuova crisi. Analisi e proposte di soluzioni con un punto di vista ambientale.

Relatore Francesco GARIBALDO, sociologo, vice-presidente comitato “Partecipazione e Democrazia” dell’Associazione Internazionale di Sociologia. Coordinatore: Giorgio COMELLA, Capogruppo Regionale Sinistra Democratica.

2) La tutela delle condizioni di lavoro e di vita dei lavoratori (fissi e precari) e del loro reddito.

Relatrice Antonella STIRATI,  docente di economia politica, Facoltà di Economia “Federico Caffè”, Università Roma 3. Coordinatore: Gian Piero CLEMENT, Capogruppo Regionale Rifondazione Comunista.

3) Diritto del lavoro nel pubblico impiego dopo il libro verde di Sacconi e le campagne di Brunetta.

Relatore Massimo ROCCELLA, docente di diritto del lavoro Università di Torino. Coordinatrice  Paola Barassi, Consigliera Regionale Uniti a Sinistra.

ORE 13- Buffet

ORE 14- Ripresa dei lavori nei gruppi (termine lavori orientativamente ore 17.00)

DOMENICA 23 NOVEMBRE

ORE 10: Relazioni conclusive dei gruppi con: Francesco GARIBALDO; Massimo ROCCELLA; Antonella STIRATI.

A seguire video proiezione della carovana “A ruota libera” e  dibattito conclusivo su lavoro, reddito dei lavoratori e ricchezza del Paese con: Carlo PODDA, Segretario  Generale Funzione Pubblica Cgil, Giorgio AIRAUDO, Segretario provinciale FIOM, Gian Piero CLEMENT, Capogruppo Regioanle PRC, Giorgio COMELLA,  Capogruppo Regionale SD, Enrico MORICONI, Capogruppo Regionale Uniti a Sinistra, Luca ROBOTTI, Capogruppo Regioanle Pdci. Coordina Marina CASSI, giornalista “La Stampa”.

Termine lavori 12,30.

Immagini della cena russa













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