venerdì 31 ottobre 2008
le violenze dei fascisti... Maroni dimettiti
Le allucinanti dichiarazioni del sottosegretario all'interno Francesco Nitto Palma che attribuisce ai collettivi studenteschi l'origine degli scontri di piazza navona a Roma, giustificando le violenze e le aggressioni dei fascisti, sono smentite da queste foto che pubblichiamo, dove si vedono chiaramente esponenti del blocco studentesco, molto tempo prima degli scontri, aggredire gli studenti a colpi di cinghiate.... Facciamo girare le foto e chiediamo le dimissioni di Maroni
http://www.osservatoriorepressione.org/
osservatorio@rifondazione.it
Lezione per Sindaci
COMUNICATO STAMPA
Una bella giornata davvero: a Cuneo il 6 novembre si terrà un Consiglio Comunale aperto per discutere delle ricadute che questo sciagurato decreto avrà sulla nostra città: l'invito è quello di coinvolgere gli Enti Locali per rimandare al mittente questo pesante attacco al sitema formativo pubblico. Rifondazione Comunista continuerà a sostenere tutte le forme di lotta studentesche (comprese le occupazioni) e dei lavoratori del mondo della scuola in provincia di Cuneo.
Davvero, non è che l'inizio!
CONSIGLIO COMUNALE APERTO SULLA RIFORMA GELMINI
Comunicazioni della Giunta regionale in merito a "Patto per lo sviluppo sostenibile del Piemonte" - Intervento di Sergio Dalmasso
DALMASSO Sergio
Signor Presidente, mi sembra che molti interventi non tengano conto della grave situazione in cui versiamo, che mi pare si sia evidenziata, in modo particolare, nelle ultime settimane. Sono crollati come tanti birilli alcuni giganti della finanza mondiale e l'intero sistema è stato toccato profondamente da questa vicenda. Mi pare che vengano toccate le stesse banche italiane, che pure ci vengono presentate come sicure, perché l'Italia avrebbe una economia e una cultura completamente diverse rispetto a qulle statunitensi. Ma l'Unicredit è stata profondamente colpita e le stesse industrie sono fortemente toccate dalla recessione.
Il Consigliere Guida ha ricordato prima il caso della Provincia di Cuneo, ritenuta quella più tranquilla, sicura, con indici di disoccupazione sostanzialmente fisiologici, che, però, nell'ultimo anno, ha visto crollare una serie di industrie, alcune delle quali attive. Il caso di Moretta è drammatico e gravissimo è pureil caso della cartiera di Ormea
La FIAT, al rientro dalle ferie, ha posto in cassa integrazione moltissimi lavoratori e il turismo, che l'Italia ha sempre visto come l'industria che avrebbe portato grandi vantaggi - in altri anni così è stato - versa in una crisi profondissima e ha fatto segnare perdite per alcuni miliardi di euro. D'altronde, in Liguria - lo dico con dolore - non si è salvato nemmeno un metro di costa, perché, negli ultimi 15 anni, con due amministrazioni di centrosinistra e una di destra, è stato cementificato il 55% di quello che si poteva cementificare.
In Italia, uno spazio pari a due regioni intere è stato cementificato in 15 anni, Questo vuol dire che, sostanzialmente, tra un secolo, non ci sarà più un metro quadrato disponibile. In Sardegna si è svolto un referendum - fortunatamente fallito - proposto dalle destre, per poter continuare a costruire sulle coste (alberghi, piscine, villaggi turistici, perché, naturalmente, questo “porta vantaggi all'economia”.
Imprenditori, politici e banchieri, in questi anni, hanno mentito su tutto. I giornalisti sono stati fortemente legati a questo carro, ci hanno detto che l'Italia sarebbe diventato un paese profondamente competitivo se avessimo privatizzato tutto, se i salari fossero stati più bassi, se ci fossero stati meno diritti sindacali e che il boom della Borsa avrebbe portato vantaggi a tutti. Allora, ricordo le politiche sui fondi pensione che sono state seguite in questi anni. I risultati sono sotto gli occhi di tutti, la Borsa è in caduta libera e trascina con sé i fondi pensione e molte aziende.
Ora, per anni abbiamo sentito dire che la colpa era dell'assistenzialismo, quello che oggi si è giocato su un'industria come Alitalia e, sostanzialmente, si gioca sulle banche.
In Italia, l'ideologia per cui, sostanzialmente, il mercato avrebbe sciolto tutti i problemi sta passando con una forza e una durezza profondissima. Voi sapete che noi riteniamo che questi problemi siano stati affrontati solo parzialmente anche dai Governi precedenti, compreso quello di cui abbiamo fatto parte, da cui dipende anche la nostra sconfitta, ma, se la meritocrazia che ogni giorno ci viene presentata come valore assoluto, che viene proiettata sulla scuola e su ogni valore, valesse qualcosa, oggi non sarebbero tanto i lavoratori ad essere cacciati quanto un'intera classe dirigente. In Argentina, davanti alla crisi, si diceva che tutti se ne dovevano andare. Ricordiamo che uno dei maggiori artefici del crack argentino, Cavallo, di origine italiana, aveva ricevuto la laurea honoris causa dall'Università di Bologna pochi giorni prima del crack...
(Commenti in aula)
DALMASSO Sergio
Questo avvenne pochi giorni prima che si verificasse il crack e questo economista era stato presentato come un mago, un innovatora..
In nome della competitività, oggi si tenta di far passare "bocconi ghiotti" con la cancellazione di contratti nazionali.
Ancora due note molto brevi. Il Consigliere Guida ha ricordato i casi delle banche locali - credo si sarebbe dovuto fare un qualche sforzo e la discussione su questo è durata a lungo - e le concentrazioni bancarie. Il fatto che anche le banche locali siano entrate in gruppi notevolmente maggiori ha in parte cancellato il preesistente rapporto territorio-banche - non voglio ricordare la discussione svoltosi presso il Consiglio Comunale di Cuneo, che l'allora Sindaco di Cuneo ricorda bene, relativamente ad alcune banche della Provincia.
Per quanto riguarda la discussione in tema ambientale, c'è un nodo all'interno della nostra stessa maggioranza - l'Assessore lo conosce - su una serie di temi. Sono stato accusato, insieme ad altri due Consiglieri per alla firma sulla questione "inceneritori" che tanto dibattito provocò nella maggioranza e in sede di Consiglio.
È particolarmente grave che il nostro Governo, per voce della Ministra competente, pomposamente, a livello europeo, esprima frasi del tipo: "Non ci arrenderemo. Se non ci saranno modifiche importanti, diserteremo l'appuntamento di Copenaghen 2009". La questione non riguarda solo il quantitativo di CO2 che liberiamo nell'atmosfera, ma deve vertere su una riconversione, svolgendo un ragionamento complessivo sul rapporto lavoro-ambiente che la nostra sinistra, che, per quanto sconfitta ultimamente, ha cercato per anni di compiere.
È un'osservazione che potrà sembrare slegata dalla relazione svolta dall'Assessore, ma ricordo che quest'anno, per la prima volta nella storia dell'umanità, il Polo Nord è stato completamente navigabile per alcuni mesi. Se la politica avesse un minimo di razionalità, non dico di morale, e di finalità almeno a medio termine, dovrebbe esserci una preoccupazione complessiva su questo fatto. È una preoccupazione che invece non c'è, perché il problema fondamentale che le potenze si pongono è semplicemente questo: chi potrà navigare in quei mari, come quei mari diventeranno una delle fonti e dei modi per poter commerciare meglio? Su questo litigano alcune delle maggiori potenze, dal Canada alla Russia e alla Danimarca, dicendo: “Quel mare è mio”.
Sulla relazione dell’Assessore e sui nodi che ha posto, credo che il Patto sia importante e che però vi siano alcune questioni di tipo ambientale e di sviluppo d che andrebbero sicuramente discusse.
Intervento in occasione del voto favorevole sull'Ordine del giorno presentato dai gruppi di maggioranza nel corso del Consiglio Comunale del 28/10
Fabio Panero
Zero sperimentazioni alle superiori
Meno 8 MILIARDI al bilancio per l'istruzione, tra i più bassi in Europa, superati solo dalla Grecia.
Meno ore di scuola per tutti/e
Meno ore di sostegno, eravamo l’unico paese in Europa che faceva l’integrazione dell’handicap nelle classi.
Meno sedi scolastiche specialmente nei centri piccoli
Meno 90.000 insegnanti
Meno 44.000 ausiliati - tecnici - amministrativi
Meno ore di sostegno
Uno/a maestro/a per insegnare tutto
Sembra un bollettino di guerra: è il riassunto schematico di ciò che sta accadendo.
Il mondo della scuola e dell’università si sta mobilitando contro il decreto Gelmini e il progetto di legge Aprea (dal nome della deputata Pdl, presidente della Commissione Cultura). I due testi, riportano la scuola indietro di molti anni. I principali punti critici sono il taglio di 87.000 docenti porterà a classi super-affollate e all’abolizione di fatto del tempo pieno. Con il maestro unico infatti ci saranno pomeriggi a pagamento. Il taglio di migliaia di ATA (amministrativi, tecnici ed ausiliari) avrà come conseguenza minor sicurezza e vigilanza e una difficile gestione della macchina amministrativa.
Per gli insegnanti si punta all’eliminazione del contratto nazionale, concedendo aumenti di stipendi solo sulla base dei “punti” dati dal dirigente, saranno tagliate ore e verranno eliminate intere classi di concorso. Inoltre il pdl Aprea apre alla privatizzazione della scuola: i finanziamenti pubblici, in barba alla Costituzione, andranno sempre di più verso le private e il federalismo porterà alla regionalizzazione della scuola con conseguente disequità tra regione e regione.
Studenti, insegnati e genitori non sono certo stati a guardare. Sono scesi in piazza in tutta Italia, e diverse le iniziative anche sul nostro territorio. Da tempo non si ricordava una partecipazione così alta. L’altra volta parlando di finanziaria di Tremonti e scuola mi avevate detto che vivevo sulla luna: mi sa che la luna sta diventando piccola per contenere tutti quelli che sono contro la controriforma Gelmini! Le scuole e gli atenei stanno esplodendo e non basteranno neppure le cariche della polizia a fermare quest’onda.
Rifondazione comunista sostiene e continuerà a sostenere tutte le occupazioni che si stanno svolgendo e si svolgeranno nelle scuole, nelle università e nelle strutture di ricerca del mondo scolastico italiano.
Uno specifico progetto di legge al Senato ed una mozione alla camera dei deputati, entrambe le iniziative sono targate Lega Nord, ripropongono le classi differenziali per le alunne e gli alunni stranieri che non conoscono la lingua italiana. Si cestinano le migliori pratiche di interazione e di incontro tra culture diverse praticate da sempre nel mondo della scuola e vissute come ricchezze. A casa mia si chiama Apartheid! Siamo l'unico paese al mondo dove per insegnare l'italiano a un rumeno lo mettiamo con un senegalese!
Ma i danni di Gelmini&co continuano con il decreto legge 154, decreto che tra l'altro subdolamente riguarda la sanità! All’interno delle disposizione urgenti per il contenimento di regolazioni contabili con le autonomia locali si prevede infatti la riduzione delle istituzioni scolastiche sottodimensionate, con chiusura delle scuole con meno di 50 allievi ed accorpamento di quelle che non arrivano a 500 (300 se sono in montagna).
Nella nostra provincia le scuole interessate sarebbero 108 dislocate (84 alla scuola primaria, 13 alle medie e 11 alle superiori) su decine di Comuni. Bastano questi dati per capire la gravità del decreto che intacca le peculiarità e le specificità delle scuole piccole e di montagna, presidi essenziali di coesione sociale e di identità del territorio e fattore determinante per evitare lo spopolamento delle valli.
Un segnale positivo e che va in tutt’altra direzione giunge dalla Regione Piemonte che, in base alla legge sulla montagna del 1999 ed alla nuova legge sul diritto allo studio 2007, assegna contributi alle scuola di montagna per 1.016.000 euro, di cui 200.271 il Cuneese. I contributi serviranno a sostenere, come già avvenuto negli anni passati, le situazioni di pluriclasse con l’aggiunta di personale docente, l’ampliamento dell’offerta formativa con progetti mirati e le scuole in criticità.
Non pagheremo la vostra crisi, come dice slogan di questi giorni!
Giovedì a Cuneo ci sarà una grande manifestazione, l’invito è quello di partecipare numerosi: studenti, insegnanti ma soprattutto genitori,che hanno capito, questo è l’elemento più bello e interessante di questo movimento. Andiamo avanti! Fino al ritiro di questo decreto.
martedì 28 ottobre 2008
PRESIDIO IN DIFESA DELLA SCUOLA PUBBLICA a Mondovi'
in concomintanza con lo
sciopero generale della scuola
indetto da CGIL, CISL,Uil, GILDA, SNALS
a Mondovì
gli insegnanti del coordinamento cittadino in difesa della Scuola Pubblica
organizzano
un presidio nello slargo antistante al Bar Comino
in Corso Statuto.
La cittadinanza è invitata a partecipare.
STRAORDINARIO SUCCESSO DELL'INIZIATIVA CONTRO IL CAROVITA.
Segno evidente, il successo di questa iniziativa che, come Rifondazione, abbiamo fortemente voluto, che l'unica ricetta economica e sociale per affrontare e uscire dalla crisi finanziaria ed economica che sta strozzando e angosciando milioni di famiglie, lavoratori e pensionati è una sola: consiste nel blocco immediato dei prezzi per i generi di prima necessità, nel taglio del costo dei mutui e nell'incremento di salari e pensioni.
Nel corso dell'iniziativa organizzata dal Partito della Rifondazione Comunista anche in provincia di Cuneo sono state raccolte più di 300 firme per il Referendum contro il lodo Alfano.
In particolre a Saluzzo, dove l'inziativa è stata organizzata insieme a Sinistra Democratica ed a Cuneo sono state raccolte in poche ore rispettivamente 140 e 150 firme.
Molto materiale distribuito contro il carovita in vista della prossima inziativa dei Circoli cuneesi del PRC: la vendita del pane a un euro anche nelle principali città della provincia di cuneo.
Fabio Panero
venerdì 24 ottobre 2008
Manifestazione 30 ottobre a Cuneo
TUTTI IN PIAZZA!
CON I LAVORATORI: Insegnanti, ricercatori, personale amministrativo, tecnico e di servizio, che tutti i giorni portano avanti la scuola italiana con passione e sacrificio nonstante la scarsità di mezzi e un adeguato riconoscimento economico, che saranno ora ancora più penalizzati.
CON GLI STUDENTI: da quelli della scuola primaria agli universitari, che pagheranno queste scelte in prima persona sulla loro formazione scolastica, sul loro futuro.
CON LE FAMIGLIE: che vedranno ridursi gli aiuti e i servizi scolastici
MANIFESTAZIONE A CUNEO
GIOVEDÌ 30 OTTOBRE, ORE 9.00 PIAZZA EUROPA.
CORTEO PER CORSO NIZZA,
PIAZZA GALIMBERTI, VIA ROMA E
ARRIVO DI FRONTE ALLA PREFETTURA
scarica il volantino in .pdf
LA SCUOLA, ORGANO VITALE DELLA DEMOCRAZIA
Allora, che cosa fare per impadronirsi delle scuole e per trasformare le scuole di Stato in scuole di partito? Si accorge che le scuole di Stato hanno il difetto di essere imparziali. C'è una certa resistenza; in quelle scuole c'è sempre, perfino sotto il fascismo c'è stata. Allora, il partito dominante segue un'altra strada (è tutta un'ipotesi teorica, intendiamoci). Comincia a trascurare le scuole pubbliche, a screditarle, ad impoverirle. Lascia che si anemizzino e comincia a favorire le scuole private. Non tutte le scuole private. Le scuole del suo partito, di quel partito. Ed allora tutte le cure cominciano ad andare a queste scuole private. Cure di denaro e di privilegi.Si comincia persino a consigliare i ragazzi ad andare a queste scuole, perché in fondo sono migliori si dice di quelle di Stato. E magari si danno dei premi, come ora vi dirò, o si propone di dare dei premi a quei cittadini che saranno disposti a mandare i loro figlioli invece che alle scuole pubbliche alle scuole private. A 'quelle' scuole private. Gli esami sono più facili, si studia meno e si riesce meglio. Così la scuola privata diventa una scuola privilegiata. Il partito dominante, non potendo trasformare apertamente le scuole di Stato in scuole di partito, manda in malora le scuole di Stato per dare la prevalenza alle sue scuole private.
Attenzione, amici, in questo convegno questo è il punto che bisogna discutere. Attenzione, questa è la ricetta. Bisogna tener d'occhio i cuochi di questa bassa cucina. L'operazione si fa in tre modi: ve l'ho già detto: rovinare le scuole di Stato. Lasciare che vadano in malora. Impoverire i loro bilanci. Ignorare i loro bisogni. Attenuare la sorveglianza e il controllo sulle scuole private. Non controllarne la serietà. Lasciare che vi insegnino insegnanti che non hanno i titoli minimi per insegnare. Lasciare che gli esami siano burlette. Dare alle scuole private denaro pubblico.
Piero Calamandrei è stato un giornalista, giurista, politico e docente universitario
A Ruota Libera
Sarà in mattinata a Ormea di fronte alla cartiera chiusa, alle 14.30 di fronte all’ospedale di Cuneo ed alle 20.15 a Verzuolo di fronte alla Burgo.
Potrai dire quello che pensi del tuo lavoro. Le paure e la fatica, ma anche i desideri, le aspirazioni, i sogni. Quello che ti piace e quello che cambieresti. Raccontaci la tua storia, noi vogliamo stare ad ascoltare.
Potrai raccontarti sia attraverso il questionario (sul retro di questo foglio) sia entrando nel furgone dove è allestito un video box.
La tua voce ed i tuoi pensieri saranno raccolti e diffusi sul web www.aruotalibera.tv ed in occasione della Conferenza delle lavoratrici e dei lavoratori che si terrà a Torino il 22 e 23 novembre.
In questi tempi nei quali solo i soliti hanno la possibilità di fare sentire la loro opinione è indispensabile che chi lavora possa fare giungere direttamente la sua voce a tutti gli altri. Per potere ricominciare a contare in questa società in cui ormai tutto si confonde e prevale solo la voce dei più forti.
Riprendiamoci la parola, diamoci forza. Racconta la tua storia.
Prc- Pdci – Sd - Uniti a Sinistra
Per scriverci:
info@aruotalibera.tv
RACCONTACI LA TUA
Maschio
Femmina
Età
( ) 30-40
( ) 40-50
( ) 50-60
Tipo di contratto
( ) tempo indeterminato
( ) tempo determinato
( ) co.co.pro
( ) apprendistato
( ) partita iva
( ) altro
1) Pensi che il lavoro che svolgi oggi rappresenti il tuo futuro lavorativo?
__________________________________________________
2) La parte principale della tua vita è concentrata sul lavoro oppure non vedi l’ora di potere uscire per dedicarti ad altro per te più importante?
__________________________________________________
4) Quali aspetti del tuo lavoro ritieni più insopportabili? (mettili in ordine crescente dal primo all’ultimo):
( ) - fatica fisica
( ) - orari di lavoro
( ) - mansione non gratificante
( ) - problemi di sicurezza e salute
( ) - incertezza della durata del contratto di lavoro
( ) - impossibilità di stabilire rapporti di amicizia
5) Il sindacato ti serve (perché fa i contratti di lavoro, perché ti dà servizi ed informazioni, perché la presenza nel tuo luogo di lavoro di un rappresentante sindacale ti dà sicurezza e difesa, ecc)
__________________________________________________
oppure non ti è utile, perchè
6) Quando esci dal lavoro che cosa ti piace fare?
giovedì 23 ottobre 2008
NON ABBIAMO BISOGNO DI EROI
DOMENICA 26 OTTOBRE
ore 16.00
PIAZZA EUROPA (CUNEO)
Anche noi siamo Roberto Saviano.
falla girare
"Penso di aver diritto a una pausa. Ho pensato, in questo tempo, che cedere alla tentazione di indietreggiare non fosse una gran buona idea, non fosse soprattutto intelligente. Ho creduto che fosse assai stupido - oltre che indecente - rinunciare a se stessi, lasciarsi piegare da uomini di niente, gente che disprezzi per quel che pensa, per come agisce, per come vive, per quel che è nella più intima delle fibre ma, in questo momento, non vedo alcuna ragione per ostinarmi a vivere in questo modo, come prigioniero di me stesso, del mio libro, del mio successo. 'Fanculo il successo. Voglio una vita, ecco. Voglio una casa. Voglio innamorarmi, bere una birra in pubblico, andare in libreria e scegliermi un libro leggendo la quarta di copertina. Voglio passeggiare, prendere il sole, camminare sotto la pioggia, incontrare senza paura e senza spaventarla mia madre. Voglio avere intorno i miei amici e poter ridere e non dover parlare di me, sempre di me come se fossi un malato terminale e loro fossero alle prese con una visita noiosa eppure inevitabile. Cazzo, ho soltanto ventotto anni! E voglio ancora scrivere, scrivere, scrivere perché è quella la mia passione e la mia resistenza e io, per scrivere, ho bisogno di affondare le mani nella realtà, strofinarmela addosso, sentirne l'odore e il sudore e non vivere, come sterilizzato in una camera iperbarica, dentro una caserma dei carabinieri - oggi qui, domani lontano duecento chilometri - spostato come un pacco senza sapere che cosa è successo o può succedere. In uno stato di smarrimento e precarietà perenni che mi impedisce di pensare, di riflettere, di concentrarmi, quale che sia la cosa da fare. A volte mi sorprendo a pensare queste parole: rivoglio indietro la mia vita. Me le ripeto una a una, silenziosamente, tra me'.
'Penso di aver diritto a una pausa. Ho pensato, in questo tempo, che cedere alla tentazione di indietreggiare non fosse una gran buona idea, non fosse soprattutto intelligente. Ho creduto che fosse assai stupido - oltre che indecente - rinunciare a se stessi, lasciarsi piegare da uomini di niente, gente che disprezzi per quel che pensa, per come agisce, per come vive, per quel che è nella più intima delle fibre ma, in questo momento, non vedo alcuna ragione per ostinarmi a vivere in questo modo, come prigioniero di me stesso, del mio libro, del mio successo. 'Fanculo il successo. Voglio una vita, ecco. Voglio una casa. Voglio innamorarmi, bere una birra in pubblico, andare in libreria e scegliermi un libro leggendo la quarta di copertina. Voglio passeggiare, prendere il sole, camminare sotto la pioggia, incontrare senza paura e senza spaventarla mia madre. Voglio avere intorno i miei amici e poter ridere e non dover parlare di me, sempre di me come se fossi un malato terminale e loro fossero alle prese con una visita noiosa eppure inevitabile. Cazzo, ho soltanto ventotto anni! E voglio ancora scrivere, scrivere, scrivere perché è quella la mia passione e la mia resistenza e io, per scrivere, ho bisogno di affondare le mani nella realtà, strofinarmela addosso, sentirne l'odore e il sudore e non vivere, come sterilizzato in una camera iperbarica, dentro una caserma dei carabinieri - oggi qui, domani lontano duecento chilometri - spostato come un pacco senza sapere che cosa è successo o può succedere. In uno stato di smarrimento e precarietà perenni che mi impedisce di pensare, di riflettere, di concentrarmi, quale che sia la cosa da fare. A volte mi sorprendo a pensare queste parole: rivoglio indietro la mia vita. Me le ripeto una a una, silenziosamente, tra me".
LA MANIFESTAZIONE PER LA DIFESA DELLA SCUOLA PUBBLICA
GIOVEDI' 30 OTTOBRE
A CUNEO
SI TERRA' LA MANIFESTAZIONE (CORTEO)
PER LA DIFESA DELLA SCUOLA PUBBLICA
ORE 9.00 CONCENTRAMENTO IN PIAZZA EUROPA
a seguire
CORTEO PER C.SO NIZZA, PIAZZA GALIMBERTI, VIA ROMA
E ARRIVO IN PIAZZETTEA DEL MUNICIPIO.
INIZIATIVA NAZIONALE 25 ottobre “CENTO PIAZZE CONTRO IL CAROVITA”
Proprio in questi giorni stiamo assistendo, da parte dei vari governi coinvolti nella crisi economica, all’utilizzo di risorse immense.
Sono gli stessi che in questi ultimi 25 anni ci hanno spiegato in tutti i modi che, non essendoci risorse disponibili, bisognava tagliare servizi sociali, ridurre salari, stipendi, pensioni e precarizzare il lavoro.
Oggi migliaia di miliardi di euro, o di dollari, vengono immediatamente resi disponibili per salvare la Borsa, le banche e i padroni: in una parola il sistema capitalista.
Nel nostro Paese, proprio in questi giorni, la Caritas ci ha confermato il dato allarmante di oltre 10 milioni di poveri.
3.200.000 persone che negli anni scorsi hanno contratto mutui-casa a tasso variabile, oggi si trovano in difficoltà poiché le rate sono notevolmente aumentate.
Si potrebbero fare molti altri esempi, a partire dal fatto che – in conseguenza dell’aumento del costo della vita e al sostanziale blocco di salari, stipendi e pensioni – non si arriva a fine mese.
Dopo lo straordinario successo della manifestazione dell’11 ottobre e dello sciopero-corteo del 17 scorso, nel pieno di una crescente lotta per bloccare la controriforma della scuola del ministro Gelmini, ci sembra importante che il nostro Partito resti nelle piazze e tra la gente.
In allegato una bozza di volantino riprodotto in federazione a Cuneo da distribuire è importante che si predisponga contestualmente anche la raccolta delle firme contro il Lodo Alfano.
L'INIZIATIVA E' GIA' PREVISTA A CUNEO IN PIAZZA GALIMBERTI SABATO 25 DALLE 16 ALLE 19 ED A SALUZZO CON SINISTRA DEMOCRATICA IN CORSO ITALIA DALLE 16 ALLE 19
sabato 18 ottobre 2008
Sansonetti ci riprova...
Ancora una volta il direttore di Liberazione, il compagno Sansonetti, ci riprova e torna alla carica con un articolo in cui invita il Prc ad andare oltre... invita quindi il partito, del quale il giornale che dirige è organo, ad andare in un oltre ed in un altrove rispetto a quanto deciso a Chianciano a maggioranza.
Ed ancora una volta lo fa ricalcando la vulgata avviatasi nel paese già durante la difficile fase congressuale. Una vulgata che spesso ha visto stare insieme a Sansonetti anche parti di quella borghesia illuminata, progressista, riformista e un po' liberista – ma sempre convintamente anticomunista – che ha 'tifato' affinchè il Congresso eleggesse Vendola segretario del partito (si ricordino a tal proposito le prese di posizione di alcuni importanti organi di stampa che hanno dedicato all'argomento fior fiori di articoli, commenti, interviste e quant'altro).
Fin qui nulla di nuovo sotto il cielo: un direttore diventato tale per 'affinità elettiva' all'allora segretario del partito; che coerentemente a ciò si è trasformato nell'alter ego di quel segretario e delle sue – tanto improvvise quanto repentine – mosse da cavallo; non-comunista o a-comunista (magari anche un po' anti) per sua stessa ammissione e che, nonostante ciò, non ha avuto problemi ad accettare l'incarico a dirigere un giornale che si dice comunista e che nacque – prima come settimanale e poi come quotidiano – proprio come organo di una comunità che, contro tutto e tutti, quasi venti anni fa, decise che la storia non era finita (come pure predicava, non senza saccenza, qualche utile intellettuale dis-organico) e che non erano venute meno le ragioni storiche di una presenza autonoma di un soggetto politico che mantenesse aperta e rilanciasse – in Italia come in Europa – una prospettiva di trasformazione sociale ed anticapitalista... una prospettiva modernamente comunista, che facesse i conti – senza sconti – a quanto era accaduto nel mondo e, soprattutto, che facesse i conti con la fase di riorganizzazione neoliberista che si andava affacciando sulla scena.
La novità – se così la si vuole chiamare – del ragionamento di Sansonetti sta nella introduzione di una pseudo argomentazione di carattere epistemologico come quella sul tolomeismo e sul galileismo. Una novità che rimane tale solo per il riferimento, e non per quanto in essa realmente contenuto, ossia la presunta 'necessità' dell'oltre che ricorda così da vicino quel buttare il cuore oltre l'ostacolo alla base del Congresso di Venezia e dell'accordo di alleanza (e poi di governo) con quel centro sinistra che proprio a Venezia fu sancito senza garanzie e convergenze programmatiche.
Ma per rimanere sul tema epistemologico, proveremo ad applicarlo al ragionamento di Sansonetti. Galileo è il padre fondatore del metodo empirico sperimentale che consiste(va) nell' uso della sperimentazione come mezzo di interpretazione dei fenomeni. Compito dello scienziato è osservare il fenomeno, riprodurlo con un esperimento adatto, ripeterlo più volte, ricavare la legge matematica che lo regola e predisporre nuovi esperimenti per verificare tale legge; una volta verificata la legge, occorre ricavarne con metodo deduttivo le logiche conseguenze, da verificare a loro volta sperimentalmente.
Proviamo ora ad applicare il metodo osannato dal direttore a quanto accaduto negli ultimi due anni alla vita politica del paese con una particolare attenzione al Prc (rivolgendosi il nostro proprio al Prc). Tralasceremo tutta la vicenda del governo Prodi per concentrare l'attenzione al tema del percorso unitario. Collocheremo quindi il ragionamento intorno alla Conferenza organizzativa di Carrara, momento in cui il partito poteva contare sul massimo di unità interna raggiunta proprio sul tema della costruzione di una sinistra unitaria e plurale... una necessità che nasceva appunto dall'osservazione di una realtà che vedeva la sinistra cosiddetta di alternativa in grande problematicità all'interno della coalizione di governo. Il tema della costruzione di una più ampia sinistra capace di rendere più efficace la propria azione contro le derive centriste del governo fu il tema che animò quella Conferenza la quale però sancì anche la necessità di non dare vita ad una unità come contenitore, ma che quella unità avvenisse sui contenuti, senza nessuna smania o boria oltrista. Qualcuno invece, nei mesi successivi lavorò proprio all'oltrismo liquidazionista... e continuò a farlo anche dopo la manifestazione del 20 ottobre. In quella manifestazione si continuò a chiedere una unità di azione contro la deriva centrista del governo Prodi – che proprio in quei giorni si apprestava a preparare il pacchetto welfare – e allo stesso tempo (a giudicare dalla osservazione della presenza di bandiere con falce e martello) chiedeva che le identità rimanessero presenti, perchè era anche a partire da quelle che non si rinunciava ad un esodo dalla vita e dalla pratica politiche. Al contrario si decise di non vedere (=osservare) quella piazza e si decise prima di continuare a dare fiducia al governo e poi (qualche mese dopo) a costruire una unità tutta centrata sul contenitore (l'Arcobaleno, per l'appunto) e sulla distribuzione delle candidature. La verifica del metodo galileiano sarebbe dovuta essere la tornata elettorale, e lo è stata: la sinistra non è entrata in Parlamento perchè percepita non utile sulla strada dell'alternativa e, quella inutilità è stata il frutto di una progressiva subalternità alla sinistra moderata (Ds nel frattempo trasformatosi in Pd spostando ancora più al centro il proprio asse) e al governo. Il metodo galileiano avrebbe voluto la constatazione del fallimento delle 'formule' costruite attraverso l'osservazione e, come minimo, avrebbe imposto nuove sperimentazioni. Ma Sansonetti, che pure rivendica a sé il galileismo, non si è accorto di una verifica ampiamente deludente e ripropone la formula. Fin qui l'epistemologia.
Ma siccome non siamo in un'accademia, quello che preoccupa è l'intento politico del nostro, il quale è dotato di troppa intelligenza per non accorgersi che la formula che viene riproposta è galileianamente fallimentare. Ed allora passa all'insulto collettivo che vuole dipingere il Prc uscito da Chianciano come un fortino autoreferenziale lontano dalla realtà e dalle sue necessità. Al contrario il Prc a Chianciano ha provato a ripercorrere una strada che lo ricollocasse all'interno di quelle piaghe e pieghe sociali dalle quali si era allontanata proprio negli anni bui del 'fortino governista'... e a giudicare dall'11 ottobre sembra che questa strada vale la pena da essere percorsa, perchè all'interno della società si chiede che continui ad esistere una sinistra anticapitalista ed anche orgogliosamente comunista capace di rappresentarne istanze e bisogni... all'interno delle pieghe e delle piaghe della società le preoccupazioni pseudo epistemologiche avanzate da Sansonetti sono state rappresentate, in questi anni, da un continuo peggioramento delle condizioni materiali di vita e da un'agenda politica sempre più distante. Dal basso si chiede che si tornino a rappresentare quelle istanze che si fermavano inesorabilmente davanti al portone di Montecitorio e che non entravano nei salotti buoni del paese... e che spesso rimangono fuori anche dai colti ragionamenti sull'unità a partire dai contenitori: l'unità oltrista propugnata dal direttore. Il Prc quelle istanze invece vuole tornare a rappresentarle... per questo vuole tornare e ricominciare ... dal basso, da sinistra e, per quanto riguarda al Prc, da comunisti!
Taricco interviene su Moirano
venerdì 17 ottobre 2008
Con la manifestazione dell'11 ottobre il nostro partito è stato protagonista di un evento straordinario, per molti versi imprevisto
Alcuni hanno espresso dubbi su questa scelta, in particolare per il ruolo indiscutibile che l'Italia dei valori sta assumendo. Sarebbe stato tuttavia un errore se per questo motivo ci fossimo astenuti dal partecipare alla raccolta delle firme. In questi anni il nostro partito ha sempre cercato, in nome di un approccio non minoritario, di essere protagonista di una iniziativa il cui primo presupposto era la capacità di cogliere il sentire di massa. La lotta per la democrazia e per la giustizia sono parti essenziali di questo sentire ed, anzi, solo coniugando l'iniziativa più propriamente sociale con la difesa dei principi democratici è possibile oggi parlare al Paese. La legge Alfano è da questo punto di vista una aberrazione, un atto che lede principi fondamentali della Costituzione. Il fatto che le quattro più alte cariche dello stato possano godere di una sorta di impunità è in sé un vulnus al principio di eguaglianza dei cittadini, che risulta ancora più odioso per il fatto che dietro a questo provvedimento si consuma l'arbitrio di una maggioranza che, in tal modo, mette sotto protezione il proprio leader da azioni giudiziarie.
Peraltro, vi è una connessione diretta fra l'operazione che sottostà alla legge Alfano e l'aggressione più generale alla democrazia. Basti pensare al tentativo di spazzare via in un colpo solo tutte le forze che ostacolano nel paese la piena affermazione del bipartitismo con l'innalzamento delle soglie di sbarramento per le elezioni europee. O, ancora, al tentativo ricorrente di mettere in discussione l'autonomia della magistratura. O alla volontà di liquidare le testate della sinistra con i provvedimenti in gestazione sull'editoria. Senza ricorrere a paragoni forzati, è comunque vero che un disegno centralistico a sfondo autoritario è in atto ed è altrettanto vero che lo stesso è funzionale ad una stretta sul piano sociale, come testimoniano: la sintonia dell'esecutivo con la Confindustria nell'attacco al contratto nazionale di lavoro e l' aggressione allo stato sociale, evidente nella vicenda della scuola.
La lotta contro la legge Alfano va considerata parte essenziale della nostra battaglia di opposizione. Non la esaurisce certamente, ma ne costituisce un elemento fondamentale. L'iniziativa referendaria, infatti, è destinata a trascinare la necessaria controffensiva sociale e politica sul piano dei diritti democratici e in difesa della Costituzione e così la dobbiamo concepire. Peraltro, il tema della giustizia sta acquistando un ruolo crescente anche per la connessione con alcune questioni di indubbia rilevanza sociale. Si pensi, fra l'altro, ai provvedimenti - purtroppo fino ad ora ancora sconosciuti ai più - tesi alla modifica del processo del lavoro che il nuovo governo intende assumere, modifica che farebbe venir meno un essenziale strumento di difesa dei lavoratori. Per tutte queste ragioni il referendum contro la legge Alfano ci interessa ed intendiamo sostenerlo con tutte le nostre energie. Non è un impegno marginale, quindi, quello che ci attende. Al contrario, esso va considerato centrale nella iniziativa del partito dei prossimi mesi.
mercoledì 15 ottobre 2008
DALLE STELLE ALLE STALLE: RESTANO SOLO I COMPAGNI CON LE PALLE!
COMUNICATO STAMPA - MOIRANO CHE VA, MOIRANO CHE VIENE.
lunedì 13 ottobre 2008
TORNA IN PIAZZA L'OPPOSIZIONE DAVVERO DI SINISTRA
L’11 ottobre, la sinistra d’opposizione torna in piazza contro il governo Berlusconi e contro Confindustria. Inoltre, si impegna nella raccolta firme contro il lodo Alfano (meglio e più corretto sarebbe dire contro la “legge” Alfano, visto che di lodo ha davvero poco), al fianco di altre forze politiche, dall’Italia dei Valori di Antonio Di Pietro ai Democratici di Parisi per dire “no” a una legge che ha un profondo significato “castale”: è fatta, cioè, per difendere e salvaguardare una casta, quella di Berlusconi e dei suoi sodali. Una vera legge-vergogna contro cui è giusto battersi.
Per alcuni troppi, mesi dopo la sconfitta elettorale, anche a causa di congressi difficili e dolorosi, siamo rimasti all'angolo, come un pugile suonato. Ora, a partire dall’11 ottobre, la ritirata è finita. Questo sabato saremo in piazza, a Roma, contro il governo e la Confindustria e contestualmente cominceremo la raccolta firme contro quella legge di casta che è il lodo Alfano. Anche in questo modo cercheremo di dimostrare che il governo Berlusconi non ha tutto il consenso di cui si vanta.
Il vero scandalo non è, a mio modesto parere, che il governo Berlusconi governi. E’ già accaduto, come tutti sanno, nel ’94 e nel 2001. Il vero scandalo è che oggi non è più in campo un’opposizione degna di questo nome. Quella del Pd è, al di là delle parole e delle dichiarazioni di questi giorni, una non-opposizione. Né fare opposizione sui temi della democrazia e della legalità, come fa Di Pietro, ci può bastare, anche se è importante. Entrambe queste opposizioni se la prendono solo e soltanto con Berlusconi e con le destre al governo, mai con Confindustria e con le sue politiche sociali ed economiche, ma è proprio Confindustria il vero e principale ispiratore e suggeritore di Berlusconi.
Dobbiamo invece dare vita e mettere in campo, a partire dall’11 ottobre, a un’opposizione davvero “di sinistra”: contro il governo, contro Confindustria, contro tutti i poteri forti (Vaticano, banche e banchieri, speculatori e finanzieri d’assalto) del Paese. Ecco perché è dall’11 ottobre che può partire (e, ne sono certo, partirà) una dura e seria opposizione di sinistra.
Il cui fine non è la sommatoria tra ceti politici, ma l’idea di fare opposizione dal basso, a sinistra, in difesa soprattutto dei ceti popolari, senza difese di fronte a una crisi economica e finanziaria mondiale dalle proporzioni devastanti. Ecco perché anche un’idea di alternativa di società e di politiche da mettere in campo non può che ripartire da qui, dai bisogni reali e concreti della gente, contro i disastri di un liberismo economico che, come è sempre più evidente, fa acqua da tutte le parti e viene sconfessato anche dai suoi araldi.
Da qui può e deve ripartire anche un coordinamento di tutte le tante e diverse opposizioni oggi in campo, nel campo della sinistra, e non dai ceti politici, le cui sommatorie portano solo ai disastri elettorali che ben conosciamo. Un coordinamento delle opposizioni – politiche, sociali, culturali - questa è la proposta che avanziamo a tutti e a tutte, a partire dall’11 ottobre. Dove vi aspettiamo in tante e tanti per dire che, davvero, “il tempo della ritirata è finito”. Io ci credo, spero saremo in tanti e tante, a dirlo ad alta voce al governo Berlusconi e a Confindustria.
venerdì 10 ottobre 2008
11 OTTOBRE
La lotta contro la politica scolastica eversiva questo governo deve impegnare tutti i democratici; gli interventi della coppia Gelmini - Tremonti (ed Aprea) sono difatti devastanti non soltanto perché prevedono ulteriori pesanti tagli per la scuola statale, ma perché, in coerenza con l’idea di società delle destre, prevedono una scuola fortemente gerarchizzata ed autoritaria, che deve “educare” al modello di società “ordinata” e rispettosa delle disuguaglianze e che deve riprodurre i ruoli sociali esistenti; a tal fine meglio ancora se la scuola è privatizzata, organizzata sul modello dell’azienda privata, con meno discussioni e confronti e subordinata alle direttive ministeriali. In sostanza una scuola che neghi la funzione sociale che la Costituzione assegna alla Scuola statale. In questi giorni nel mondo della scuola si moltiplicano le iniziative di contestazione della politica scolastica governativa ed è auspicabile che al più presto l’ampia mobilitazione per la scuola pubblica possa concretizzarsi anche in uno sciopero generale della scuola e per la scuola.; in questa prospettiva la manifestazione nazionale che abbiamo promosso per l’11 ottobre si colloca come un momento unitario nella lotta per la democrazia e quindi per la difesa della Scuola. Pubblica Democrazia e scuola pubblica e laica per tutte e per tutti sono due aspetti della stessa realtà. Sono reduce da una bella assemblea organizzata da alcuni studenti dell'ateneo cuneese e spero che anche questa iniziativa sia di buon auspicio.
Segretario provinciale Rifondazione Comunista
giovedì 9 ottobre 2008
9 ottobre di 1967 Assassinio di CHE Guevara
Soprattutto, siate sempre capaci di sentire nel più profondo qualsiasi ingiustizia commessa contro chiunque, in qualsiasi parte del mondo. E' la qualità più bella di un rivoluzionario. Un bacione e un abbraccio da
Papà”
Della lettera di Ernesto “Che” Guevara ai suoi figli
9 ottobre di 1967 Assassinio di CHE Guevara
Cineforum in Rosso!
Cineforum in Rosso!
IL GRANDE LEBOWSKI
Riassumere questo film nichilista ambientato a Los Angeles nel 1991 che rotola, ruzzola, rimbalza come una palla da bowling è difficile quasi quanto Il grande sonno di Chandler-Hawks. Imperniato su un errore di identità e un sequestro di persona, ha per protagonista il barbuto in calzoncini corti Jeff Lebowski detto il Drugo (pessima traduzione dell'originale Dude), vecchio ragazzo degli anni '70, uno degli estensori del Manifesto (1962) di Port Huron, fedele alle amicizie e alle proprie idee, disincantato osservatore della putredine del mondo, ma deciso a fare la cosa giusta. Manca un filo forte a legare questa storia contorta, ma c'è un'assortita galleria di personaggi, attori bravissimi, talvolta irresistibili, ricchezza di invenzioni, una ghiotta sequenza onirica, intelligenti e divertenti dimostrazioni di cinema concettuale: “... è come una grande stanza mirabolante di quel museo-galleria degli sfigati e bizzarri del mondo in cui viviamo e che abbiamo voluto come è.” (Goffredo Fofi)
giovedì 2 ottobre 2008
COMUNICATO ANPI: FILM DI SPIKE LEE UN FALSO STORICO ED UNA GRAVISSIMA OFFESA ALLA RESISTENZA
PICCOLE BUONE NOTIZIE, OGNI TANTO.
L'11 OTTOBRE TUTTI/E A ROMA: BUS DA CUNEO ORGANIZZATO DAL PRC
In occasione della manifestazione unitaria di sabato 11 ottobre a Roma la Federazione PRC di Cuneo organizza un bus con partenza da Cuneo e fremata nelle principali città della provincia, costo 20 euro.
E' necessario prenotarsi al più presto telefonando allo 0171/66274 o scrivendo a prccuneo@libero.it
Per ulteriori informazioni: www.11ottobreinpiazza.org
Quel fascino per la camicia nera
E Balotelli racconta: "In alcuni campi non ero marcato, ma solo insultato"
Quel fascino per la camicia nera
che cresce nel mondo del calcio
di CORRADO ZUNINO
L'outing di Christian Abbiati, portiere del Milan fascista nel privato e ora anche in pubblico, ha allargato praterie di potenziali rivelazioni nel mondo del calcio italiano, da sempre silenziosamente a destra. Quelle parole rimbalzate in tutta Europa - "del fascismo condivido ideali come la patria, i valori della religione cattolica e la capacità di assicurare l'ordine" - sono sottoscritte, oggi, da una crescente platea di calciatori e dirigenti italiani.
La forza delle frasi rivelatrici di un portiere che è abituale frequentatore dei leader di Cuore nero, succursale dell'estremismo nero milanese e luogo di riferimento per gli ultrà dell'Inter, più che nell'indicare il solito revisionismo pret a' porter italiano che vuole un fascismo buono prima del '38 ("rifiuto le leggi razziali, l'alleanza con Hitler e l'ingresso in guerra", ha detto Abbiati) segnala come anche i calciatori, notoriamente pavidi nelle dichiarazioni, oggi comprendono che queste "verità" si possono finalmente dire: il vento del 2008 non le rende più pericolose per le loro carriere.
Sono diversi i campioni italiani che indossano numeri sinistri e sventolano effigi del Ventennio per poi giustificarsi: "Non lo sapevo". Il portiere Gianluigi Buffon, figlio di famiglia cattolica e impegnata, è stato sorpreso in quattro atti scabrosi. La maglia con il numero 88 che rimandava al funesto "Heil Hitler" segnalata dalla comunità ebraica romana, poi la canottiera vergata di suo pugno con il "Boia chi molla". Nel 2006, durante le feste al Circo Massimo per la vittoria del mondiale, si schierò - mani larghe su una balaustra - davanti allo striscione "Fieri di essere italiani", croce celtica in basso a destra. E i suoi tifosi, gli Arditi della Juventus, un mese fa a Bratislava gli hanno ritmato "Camerata Buffon" ottenendo dal portiere un naturale saluto. Quattro indizi, a questo punto, somigliano a una prova.
E' da annoverare tra i fascisti per caso il Fabio Cannavaro capitano della nazionale che a Madrid sventolò un tricolore con un fascio littorio al centro: "Non sono un nostalgico, ma non sono di sinistra", giura adesso. Nel 1997, però, pubblicizzò in radio le prime colonie estive Evita Peron, campi per adolescenti gestiti dalla destra radicale. Il suo procuratore, Gaetano Fedele, assicura: "Un calciatore può essere strumentalizzato inconsapevolmente".
Nella capitale si sta consumando un pericoloso contagio tra la curva della Roma, egemonizzata dalla destra neofascista, e i giovani calciatori romani. Daniele De Rossi, capitan futuro destinato a sostituire Totti, è un simpatizzante di Forza Nuova. E l'altro romanista da nazionale, Alberto Aquilani, colleziona busti del duce - li regala uno zio - mostrando opinioni chiare sugli immigrati in Italia: "Sono solo un problema".
Molti portieri la pensano come Abbiati, poi. L'ex Stefano Tacconi fu coordinatore per la Lombardia del Nuovo Msi-Destra nazionale ed è stato condannato per aver usato tesserini contraffatti giratigli dal faccendiere nero Riccardo Sindoca. Matteo Sereni, figlio della destrissima scuola Lazio, oggi che è portiere del Torino continua a dormire con il busto di Mussolini sulla testiera del letto.
Il problema è che i calciatori navigano dentro un mare di ipocrisia che consente di tenere "Faccetta nera" nella suoneria del cellulare senza provare sensi di colpa. Questione di maestri. L'ex allenatore della Lazio Papadopulo non si è mai preoccupato delle svastiche in curva "perché in campo non vedo oltre la traversa". Spiega Gianluca Falsini, difensore oggi al Padova: "Giocatori di sinistra ce ne sono pochi e la nostalgia per il Ventennio ti viene per colpa dei politici contemporanei". Già. Nel campionato 2007-2008 in campo sono raddoppiati gli episodi di razzismo: sono stati sei. Mario Balotelli, stella emergente dell'Inter, italiano di origini ghanesi, così racconta l'ultima partita contro la Primavera dell'Ascoli: "Dall'inizio alla fine mi hanno detto: "Non esistono neri italiani". Era lo slogan dei fascisti, volevo uscire dal campo".