mercoledì 28 aprile 2010

Costruiamo insieme un campo di forze a sinistra, il bipolarismo deve saltare

da Liberazione di domenica 25 aprile 2010

Tonino Bucci intervista Paolo Ferrero (autore del libro "Quel che il futuro dirà di noi", ed. DeriveApprodi)

Costruiamo insieme un campo di forze a sinistra, il bipolarismo deve saltare

Dopo le regionali Rifondazione comunista si guarda intorno. Nell'immediato c'è un campo di forze da ricostruire, un polo autonomo a sinistra del Pd in grado di sbloccare un sistema politico autoreferenziale, incardinato sul bipolarismo.
Le questioni alle quali risponde Paolo ferrero sono tante: il futuro della Federazione, i rapporti con Sel, l'emergenza denocratica in questo paese, un'opposizione sociale da rimettere in piedi.


La novità politica è la rottura tra Fini e Berlusconi, tra due visioni differenti della destra. Cosa facciamo noi, restiamo spettatori o azzardiamo un’analisi?
La divisione nel Pdl è vera. Da un lato, c’è una destra fascistoide, minacciosa verso la democrazia, che trasforma il disagio sociale in guerra tra i poveri. Dall’altra, una destra moderata, con connotati liberali che si muove in un quadro di rispetto della Costituzione. Fini assomiglia ai conservatori inglesi o alla Merkel, mentre un Borghezio va a fare le manifestazioni con i neonazisti.


Cosa ci dobbiamo augurare da questo conflitto?

venerdì 23 aprile 2010

FORZA IVAN

Per il Parco Alpi Marittime sfida Pepino-Di Giambattista?
(TRATTO DA TARGATO CN)



Prime ipotesi sulla nuova presidenza del Parco Alpi Marittime che dovrà a breve rinnovare il suo assetto dirigenziale. Per la carica di Presidente viene già prospettato un confronto tra Gian Pietro Pepino, presidente uscente, e Ivan di Giambattista, ex consigliere provinciale. Per ora la vicenda non ha fatto molto notizia anche se in valle Gesso pare si siano già svolti due incontri tra gli enti che partecipano al processo di nomina del nuovo Presidente. Il mondo politico cuneese, in questi giorni, è più concentrato sugli assessorati provinciali da assegnare, i reintegri in Consiglio regionale e gli incarichi nell’Agenzia Territoriale per la Casa e l’Azienda Turistica Locale. Il futuro del Parco tiene invece banco ad Entracque dove tra due anni ci saranno le elezioni per il rinnovo della Giunta. Secondo i bene informati, Pepino punterebbe alla riconferma in virtù della sua trasversalità anche se in molti lo danno già sicuro candidato alla poltrona di primo cittadino della località sciistica della valle Gesso. Gli enti interessati ad esprimere un candidato condiviso sono i comuni di Aisone, Valdieri, Entracque, Vernante e le Comunità Montane Stura e Gesso, insieme alla Provincia, ma la ratifica della nomina a presidente spetta alla Regione.

CHE FARE?



Riceviamo e pubblichiamo il seguente documento apprso anche su Liberazione di  
Imma Barbarossa Gianlugi Pegolo Walter De Cesaris



RIDARE LA PAROLA ALLE COMPAGNE E AI COMPAGNI

Il sentimento più diffuso nel nostro partito ci pare possa  essere così sintetizzato: smarrimento,confusione,perdita di senso della politica.
Il risultato elettorale ci consegna l’ennesima sconfitta della sinistra tutta. Dalle urne esce un paese modificato nell’”antropologia” sotto i colpi della crisi sociale,politica ed economica,totalmente alterato e devastato sotto il profilo culturale,nell’immaginario,nel simbolico. Vincono le destre. Emerge un paese che a nord fa leva sulla paura dell’’altro’ come nemico e sul territorio come fortino ,mentre a sud si arrende alle criminalità che non trovano argini credibili sul piano sociale e culturale.

REFERENDUM ACQUA PUBBLICA

 SABATO 24 APRILE IN OCCASIONE DELLA FIACCOLATA PER LA LIBERAZIONE A CUNEO ED IL CONCERTO  DEI MODENA CITY RAMBLERS IN PIAZZA VIRGINIO INIZIA LA CAMPAGNA DI RACCOLTA FIRME PER RIPUBBLICIZZARE L'ACQUA

Il banchetto sarà posizionato in piazza Virginio di fronte alla sede della A.C.L.I.


Report incontro Comitato Promotore Referendum Acqua
e Federazione della Sinistra
Roma, 20 Aprile 2010

Nella giornata di ieri una delegazione del Comitato Promotore dei tre referendum sull'acqua ha incontrato Paolo Ferrero portavoce nazionale della Federazione della Sinistra.
Tale incontro si era reso necessario nel momento in cui la Federazione della Sinistra ha palesato l'intenzione di promuovere 5 referendum sul tema del lavoro in contemporanea a quello sull'acqua.
Come promotori della campagna referendaria sull'acqua abbiamo fatto presente che un numero troppo elevato di referendum su temi differenti avrebbe ridotto di molto la possibilità di successo e contemporaneamente avrebbe prodotto un ulteriore svilimento dello strumento referendario che, invece, tramite la campagna sull'acqua può riassumere il suo reale valore di partecipazione democratica.
P. Ferrero ha condiviso quest'impostazione e ha convenuto di non procedere alla promozione dei 5 referendum sul lavoro soprattutto nell'ottica di mantenere una stretta relazione con le forze sociali e culturali che si sono attivate sul tema dell'acqua.
Da parte nostra abbiamo accolto con piacere questa scelta di recedere dal proposito iniziale e conseguentemente ci sentiamo di ribadire la forte collaborazione con la Federazione della Sinistra al fine di rafforzare la battaglia comune.

lunedì 19 aprile 2010

REFERENDUM ACQUA PUBBLICA

 
 
 
Il materiale per la raccolta firme sul referendum sull'ACQUA (moduli vidimati, volantini, manifesti, etc.) 
 
SARA' IN DISTRIBUZIONE A PARTIRE DA VENERDI' 23 APRILE ORE 17.30
 
A CUNEO
 
 in via Carlo Emanuele III n°34
( vicino alla Provincia presso il Circolo di Legambiente, sede del Comitato Provinciale per il Referendum)
 

LIBERI!


SONO LIBERI



Sono stati rilasciati domenica 18 aprile Marco Garatti, Matteo Dall'Aira e Matteo Pagani, i tre operatori di Emergency arrestati l'11 aprile scorso a Lashkar Gah, nel sud dell'Afghanistan, dalle forze di sicurezza afgane, con l'accusa di aver partecipato a un complotto per compiere un attentato contro il governatore della provincia di Helmand. Lo rende noto un comunicato della Farnesina. I tre operatori, riconosciuti "non colpevoli" come attesta un comunicato del Nds, il servizio di intelligence afgano, sono stati condotto presso l'ambasciata d'Italia a Kabul
Anche cinque dei sei cooperanti afgani di Emergency, arrestati insieme ai tre italiani con la stessa accusa, sono stati rilasciati
Mi sembra una bella conclusione qualcuno ha cercato di screditare Emergency e il tentativo è fallito.
Sabato c’è stata una grande manifestazione a Piazza S. Giovanni (Roma)  Emergency cura, aggiusta, allevia le ferite, ma non solo; Emergency insegna anche a curare, aggiustare, alleviare le ferite della guerra. Le donne afghane, famose per i loro burqa, li abbandonano in uno spogliatoio all'entrata dell'ospedale. Lì ultra velate non si entra. C'è chi ha fatto una guerra di sette anni per insegnare agli afghani come fare la democrazia e rinunciare ai veli femminili eccessivi. I governi italiani si sono attribuiti il compito di insegnare agli afghani il diritto, prerogativa di Roma, nei secoli dei secoli. Diritto e polizia, con un esercito in armi di migliaia di soldati.
 Si scopre, in questa occasione un po' speciale di discussione pubblica sul sequestro di un ospedale con i medici e tutto, che è più utile insegnare la pace, piuttosto che la guerra e serve più di più, per cambiare veramente le cose, fare un corso pratico, in corsia, per ostetriche e infermiere, piuttosto che insegnare a marciare e a sparare (ciò che sembra gli afghani sappiano benissimo da sé da qualche secolo). Alcuni dati sul ruolo di Emergency: a fronte di una mortalità neonatale (primi 28 giorni di vita) di 300, su mille nati in Afghanistan, cento volte maggiore di quella italiana, all'ospedale di Emergency in Panshir si era arrivati a 19 su mille, con la sicurezza di migliorare ancora.
Le prime parole di Gino Strada sono coperte da lunghi applausi: «Ripudiamo la guerra, lo abbiamo detto chiaramente... noi facciamo sul serio la pace, curiamo le vittime della guerra»  «la guerra è più devastante del terrorismo, il terrorismo è più devastante della guerra; non stiamo da nessuna parte, né con i talebani né con gli antitalebani, né con Obama né con Osama». Curiamo tutti in Afghanistan, tutti quelli che si presentano feriti da noi.  11 anni di presenza nel paese e la solidarietà, raccolta con migliaia di firme, difficili, pericolose spesso, (raccolte anche a Cuneo)
Fabio Panero

giovedì 15 aprile 2010

ELEZIONI REGIONALI: CHE FARE ORA?

Vince la destra, sconfitto progetto centrista del PD.
Necessario rafforzare la sinistra
e discutere senza pregiudiziali nel centrosinistra in vista amministrative


Il risultato delle elezioni regionali evidenzia due temi principali.
Il primo è il più scontato ma anche il più importante: siamo di fronte a una vittoria della destra. Una circostanza preoccupante, sia per il dato elettorale in senso stretto (Cota in Piemonte, Polverini nel Lazio, il rafforzamento dell’asse Bossi-Berlusconi), sia per il segnale che evidenzia: la destra mantiene in questo paese una egemonia culturale profonda, nonostante le contraddizioni e le difficoltà emerse negli ultimi mesi.
Il secondo è che, per ciò che riguarda il Piemonte, Cota vince non tanto per merito della sua coalizione ma per demerito dei suoi avversari. Basta guardare i dati: il PDL registra un –7% rispetto alle europee, la Lega non sfonda e, soprattutto, il dato complessivo della coalizione elettorale di centrosinistra è superiore a quello della coalizione di centrodestra (47,5% contro il 47%): un dato che non si era registrato neppure con la vittoria della Bresso nel 2005, quando la coalizione di centrosinistra risultò comunque in minoranza rispetto alla destra.

mercoledì 14 aprile 2010

APPUNTAMENTI della SETTIMANA

Cuneo: aspettando il 25 aprile
incontro su Dino Giacosa a Casa Galimberti

Con la ricorrenza del 25 aprile il Comune di Cuneo organizza presso il Museo Casa Galimberti due incontri per ricordare Dino Giacosa, in concomitanza con la traslazione della salma nel Famedio del cimitero di Cuneo. Le serate vedranno la partecipazione di esponenti del mondo della cultura e della politica del capoluogo per ricordare l’impegno civile ed antifascista del partigiano.
In particolare, giovedì 15 aprile alle 21 Leopoldo Martino ricorderà Giacosa dal punto di vista del comitato antifascista, Mauro Mantelli del ruolo avuto per l’avvicinamento dei giovani alla presa di coscienza civile e politica e Sergio Dalmasso dell’uomo politico.



Vladimir Lenin: la storia di un rivoluzionario

Venerdì 16 aprile, ore 17.30 per il ciclo "Marx e dintorni", incontro su Vladimir Lenin presso il circolo "Rosa Luxemburg" in V. Saluzzo 28, Cuneo.
A cura di Sergio Dalmasso.

martedì 13 aprile 2010

APPUNTAMENTI


CONVOCAZIONE ATTIVO PROVINCIALE APERTO A TUTTI GLI INTERESSATI
SABATO 17 APRILE alle ORE 15
 presso la Federazione Provinciale di Cuneo via Saluzzo 28


Terminata la fase elettorale, il risultato preoccupante con l’evidente stabilizzazione a destra dell’opinione pubblica, ci sollecita a riprendere un’attività politica che modifichi l’immaginario collettivo e i rapporti tra le persone. Come già avevamo preannunciato si sta avviando la campagna referendaria con al centro la difesa dei beni comuni, del lavoro e dell’ambiente in cui viviamo.
Il 31 marzo sono stati depositati presso la Corte di Cassazione di Roma tre quesiti referendari finalizzati all’abrogazione di quelle norme che hanno portato nella legislazione italiana la risorsa acqua, bene comune per eccellenza, ad essere considerata una merce.
Politicamente i tre quesiti referendari vanno ben al di là delle loro finalità immediate essi vogliono arrivare a rivedere radicalmente il sistema di gestione dell’acqua in vigore in Italia a partire dal lontano 1994 (legge Galli).



Il Partito della Rifondazione comunista da sempre si batte a favore dell’acqua come bene comune (sostenne nel 2007 la campagna di raccolta firme la legge d’iniziativa popolare che ancor oggi giace presso il Parlamento in attesa di discussione) e contro ogni tentativo di privatizzazione (nel 2006 fu solo grazie alla ferma opposizione di Rifondazione all’interno del Governo Prodi che  la privatizzazione dell’acqua non passò) oggi, all’interno della Federazione della Sinistra, è parte diretta nel sostegno alla campagna referendaria e nella raccolta delle firme necessarie ad affermare i referendum e per il raggiungimento del quorum referendario 



Come ben si saprà, la raccolta firme per i referendum non è cosa semplice, richiede autenticatori riconosciuti, materiale informativo, presenze ai banchetti, validazione delle firme presso i Comuni di provenienza dei firmatari e tanto altro.
Rifondazione comunista all’interno della Federazione della sinistra intende essere parte attiva e pienamente riconosciuta all’interno del Comitato referendario e recuperare un rapporto diretto fra la gente, che ridia dignità alla politica che stiamo portando avanti.




Occorre sin da ora muoversi per organizzare localmente la raccolta delle firme, cominciando sin da ora  a  verificare le disponibilità di autenticatori, a programmare le “uscite” coi banchetti, come Federazione, ma anche all’interno dei comitati locali che si formeranno.

Ritengo pertanto fondamentale stabilire i contatti con i Comitati locali (laddove esistono) e coordinarci tra noi considerando che la campagna di raccolta inizierà il 24 aprile prossimo.
TUTTI GLI INTERESSATI SONO PERTANTO CALDAMENTE INVITATI A PARTECIPARE A QUESTO ATTIVO PROVINCIALE CONVOCATO PER SABATO 17 APRILE.

Fabio Panero



SIAMO SENZA SOLDI:   per pagare affitto e spese dei locali di Cuneo: l'affitto ci costa 333,13 euro mensili per entrambi i locali, con 500 euri al mese possiamo sopravvivere. Anche 10-20 euro al mese dati con continuità entro il 5 di ogni mese possono fare la differenza, sono scaricabili dalle tasse come donazione liberale a partito politico, basta conservare e allegare la ricevuta del bonifico bancario.
Coordinate bancarie per bonifico a Rifondazione Comunista di Cuneo: IBAN IT28 G030 6910 2061 0000 0015 374


lunedì 12 aprile 2010

SERGIO DALMASSO DOPO LE ELEZIONI


 Intervista a Sergio Dalmasso, Consigliere Regionale uscente dopo la sconfitta alle Regionali.


Un bilancio delle elezioni.
Le elezioni sono andate male. Ha vinto la destra, con forte affermazione della Lega nord. La sinistra, in rotta da alcuni anni elegge consiglieri (tutti i voti sono stati utili), ma è in forte difficoltà.
Non ho mai fatto questioni personali. Mi sono presentato, sapendo di non avere alcuna possibilità, per portare un po’ d’acqua a livello regionale e per ricordare il lavoro (tanto) svolto in questi anni.
Ringrazio per le molte preferenze personali, testimonianza di stima e riconoscimento di 40 anni di impegno, ma non possiamo dire che a Boves le cose siano andate bene.
Non ho mai fatto demagogie, promesse, non ho pagato cene…Ho seguito i problemi senza creare clientele. Pago anche il mio carattere, un po’ schivo, e la concezione della politica per cui si lavora su problemi collettivi (lavoro, occupazione, ambiente, scuola, diritti, cultura…). Non ho rimpianti o rincrescimenti personali, ma per le difficoltà della sinistra comunista e alternativa e i drammatici problemi sociali di milioni di persone.

Le prospettive per la sinistra ?
Saremo presenti in consiglio regionale con l’ex assessora Artesio che ha lavorato bene sulla sanità.
Ci opporremo a privatizzazioni di scuola, sanità, acqua, beni comuni, seguiremo i problemi dell’ occupazione, della crisi economica che tenderà a peggiorare, anche a causa del governo di destra.
Chiederemo conto delle tante promesse fatte: viabilità, opere, interventi…
A livello complessivo, riproponiamo un’alleanza larga contro i gravi attacchi alla democrazia e alla Costituzione, un’alleanza sui temi del lavoro e del peggioramento dei livelli di vita (aumentano disoccupazione, cassa integrazione, precariato, distruzione ambientale, livelli di povertà per singoli e famiglie). La possibilità di battere la destra nasce di qua, da una nuova moralità politica e non dalle alchimie di partito (le alleanze con l’UDC…)

Lega, grillini, Di Pietro  ...
La Lega raccoglie la protesta, anche contro governi ed amministrazioni di centro sinistra che non fanno fino in fondo quando dovrebbero (occupazione, precariato, ambiente, privilegi della casta…).
Siamo sicuri che le elezioni sarebbero andate così se non vi fosse stata protervia verso il movimento No Tav, se si fosse ridotto il numero degli assessori, se si fossero dimezzate le liquidazioni dei consiglieri, se si fossero votate alcune nostre leggi (considerate “bizzarre”) sull’occupazione, se fosse andata avanti la legge urbanistica, se i criteri per le nomine fossero radicalmente cambiati?
La Lega che è al governo da anni, che spartisce, come e più degli altri poltrone e nomine, è sembrata alternativa e all’opposizione. Cosi hanno avuto successo i grillini (per cui forze democratiche e non democratiche sono la stessa melma) e Di Pietro che ha un’opposizione gridata, ma sottovaluta i temi sociali e in Campania ha appoggiato un personaggio inquisito, “avvisato” che ha proposto di prendere a sberle padre Zanotelli (che difende l’acqua pubblica).
Noi siamo, è noto, in crisi, veniamo visti (a torto) “come gli altri”. Vogliamo ancora provarci, con altri/e.

Che cosa farai ora?
Rientrerò a scuola il tre maggio. Devo ancora decidere se ricorrere contro il pensionamento anticipato, imposto da Gelmini e Brunetta. Lascerei volentieri il posto ad un/a giovane, ma i nostri ministri buttano fuori dalla scuola (a settembre 40.000 persone) senza assumere.
A parte questo, debbo rimettermi a studiare con metodo (non lo faccio da anni), lavorerò nella piccola Rifondazione locale. Sto, con altri/e, rimettendo in piedi un po’ di lavoro politico- culturale.
Prime iniziative: a Boves dibattiti su TAV e informazione, a Cuneo corsi periodici per studenti, stanno per uscire due quaderni di storia, ho una pila spaventosa di libri da leggere e recensire.
Non arrendiamoci: il prossimo periodo vedrà un drammatico peggioramento economico per tanta parte della popolazione. C’è tanto bisogno di ragionare e di lavorare insieme.

AGHANISTAN

Ordine del Giorno sull’Afghanistan presentato il 12 aprile

IL CONSIGLIO COMUNALE DI CUNEO



PRESO ATTO CHE

Tre operatori italiani dell'ospedale di Emergency di Lashkargah, nella provincia meridionale di Helmand, Afghanistan sono stati arrestati il 10 aprile dalle forze di sicurezza afghane con l'accusa di essere coinvolti in un complotto per organizzare attentati suicidi e per assassinare il governatore locale, Gulab Mangal. Assieme a loro sono stati fermati altri sei dipendenti afghani dell'ospedale. L'operazione  ha alla base l'accusa infamante  che le forze di sicurezza che hanno fatto irruzione nell'ospedale di Emergency avrebbero trovato nel magazzino dell'ospedale due giubbotti esplosivi, granate e armi da fuoco che sarebbero serviti a preparare gli attentati. Terrorismo dunque. Fiancheggiamento dei talebani.
Né le autorità afgane né rappresentanti della coalizione internazionale si sono messe in contatto con l’Italia per spiegare le ragioni di questo prelevamento.
Fermo restante la libertà del governo afgano, delle forze di polizia afgane e dei servizi di sicurezza di svolgere tutte le indagini del caso,  l’assoluto rispetto dei diritti dei questi operatori, locali e internazionali, deve essere garantito.  Si tratta di persone che da anni lavorano, per assicurare cure alla popolazione  afgana.


RICORDATO INOLTRE


Emergency è presente in Afganistan dal 1999 con tre centri chirurgici, un centro di maternità, una rete di 28 centri sanitari.
A Lashkar-gah, Emergency è presente dal 2004 con un centro chirurgico per vittime di guerra, che in questi anni ha curato oltre 66mila persone.



RIVOLGE APPELLO

Al governo italiano affinchè garantisca l’assoluto rispetto dei diritti dei questi operatori, locali e internazionali, fermo restante la libertà del governo afgano, delle forze di polizia afgane e dei servizi di sicurezza di svolgere tutte le indagini del caso.


SI IMPEGNA AD INVIARE

Il presente o.d.g. ai parlamentari del Piemonte ed ai Consiglieri regionali eletti nella Provincia di Cuneo.


Fabio Panero
Consigliere Comunale a Cuneo
Partito della Rifondazione Comunista

Federazione a Natale. Per corteggiare i delusi da Vendola




di Sa. M. su il manifesto del 11/04/2010

La data c'è ed è quasi l'unico punto su cui sono tutti d'accordo. Dicembre 2010. Entro la fine dell'anno, si terrà il congresso che fonderà la Federazione della sinistra, con l'idea di superare o ridimensionare tanto Rifondazione quanto i Comunisti italiani.
La riunione del comitato politico di Rifondazione, ieri, era stata convocata prima di tutto per valutare il risultato elettorale. E già su quel punto, si sono registrati i primi malumori. Finché il segretario Paolo Ferrero è stato costretto a declassare la valutazione contenuta nel documento da «sostanziale tenuta» a «sconfitta». Difficile dire altro, se è vero che i consiglieri regionali eletti dall'intera Federazione sono passati da 48 a 18 (14 di Rifondazione e 4 del Pdci), i conti di entrambi i partiti segnano rosso fisso e il quotidiano di via del Policlinico, Liberazione, è in gravi difficoltà di bilancio.

Sergio Dalmasso al CPN di Rifondazione

Intervento di Sergio Dalmasso al Comitato Politico Nazionale di Rifondazione Comunista

Il successo delle destre e della Lega impone, oltre ad un maggior lavoro sociale, una analisi sulla sub cultura (psicologia) reazionaria di massa e sul “cattoleghismo”, il legame sempre maggiore, ideologico e strutturale, fra settori significativi della gerarchia cattolica e il partito di Bossi (Compagnia delle opere, amministrazioni locali, lettura integrista del cattolicesimo…).

Noi dobbiamo riproporre (a cominciare dai referendum) la più ampia unità di azione sui temi (democrazia, Costituzione, articolo 18, nucleare, beni comuni, precariato), ma tener ferma la proposta di alleanza fra soggetti diversi e non di omologazione nel quadro bipolare.

Massima unità sulle cose con SeL, sapendo pero che è parte organica del centro sinistra (Campania e Lombardia insegnano) e che riproduce scelte nuoviste e leaderistiche.

“In basso a sinistra” e “partito sociale” sono necessari, ma non sufficienti: ripropongo, nel lancio della federazione, comunista e alternativa, interlocuzioni su sindacalismo di classe, ecologismo politico, pensiero di genere, altermondialismo, radicalismo cristiano.
Sergio Dalmasso

Tra i vari Odg tematici presentati all’ultimo CPN, ne è stato presentato uno a firma Andrea Catone e Sergio Dalmasso, che poneva il tema dell’avvio di una riflessione teorica e politica tra i comunisti in Italia. Questo, che ha raccolto 17 voti a favore e 20 contro, ha registrato una significativa astensione di settori maggioritari del partito che, quindi, non si oppongono all’avvio di questa ricerca e di questa riflessione. Un segnale che, al di là dei numeri, risulta davvero interessante e da non sottovalutare.

martedì 6 aprile 2010

UN CONTRIBUTO DI PAOLO FERRERO

Unità a sinistra e opposizione 
 


Paolo Ferrero* 

La delusione delle aspettative riposte nel voto delle regionali è forte. L'oltranzismo eversivo di una destra che attacca la democrazia e il lavoro, gli scandali continui e le divisioni interne, la disoccupazione e il disagio sociale crescente, non hanno prodotto la sconfitta di questa destra. Siamo ancora dentro la fase politica segnata dalle elezioni del 2008, e dalla delusione dell'esperienza di governo dell'Unione. In Italia non soffia dunque il vento della Francia. L'astensionismo si spalma su tutti i partiti.

LEGA, RAZZISMO E MAFIA.

Mentre vietano il kebab, la ‘ndrangheta si mangia la «Padania». Dopo il trionfo elettorale della Lega, proseguirà al Nord il delirio securitario, già avviato con ordinanze anticostituzionali e provvedimenti da tempo di guerra. Nel frattempo, le organizzazioni criminali di tipo mafioso si sono installate stabilmente: non si limitano al riciclaggio ma puntano a controllare il territorio, gli appalti, gli enti locali.
Letizia Moratti ha chiesto al ministro Maroni un decreto legge per permettere di perquisire le case dei migranti. Anche senza mandato, per individuare i «clandestini». Siamo ritornati a un clima da nazifascismo e alle leggi razziali che creano ghetti e schiavi. L’ordinanza «antidegrado» per via Padova prevede la chiusura alle 22 per le rivendite di kebab e i phone center, cioè luoghi in cui si comunica con i paesi d’origine, di diverso fuso orario, e che spesso stanno aperti a qualunque ora. Per i «centri massaggi» il coprifuoco scatta alle 20, alle 2 per le discoteche, alle 24 per i ristoranti. Norme da tempo di guerra, ma anche gli ultimi di una lunga serie di provvedimenti e proposte di stampo nazista. Autisti Atm italiani. Vagoni del metro riservati agli stranieri. Autobus con le grate ai finestrini usati per rinchiudere migranti senza documenti.
Curiosamente, il sindaco di Milano, come il ministro Maroni e il presidente della Regione Formigoni, non si preoccupa minimamente delle mafie che in «Padania» ormai sono entrate negli appalti e nelle forniture pubbliche e che hanno preso residenza nei comuni attorno a Milano, Varese, Brescia. Che spesso impongono il pizzo ai negozianti, senza che siano nate associazioni antiracket. Anzi, si risponde che la mafia non esiste al Nord. Il problema mafioso non è entrato nella campagna elettorale delle elezioni regionali. E’ chiaro che al Sud il problema è gigantesco, ma non bisogna sottovalutare le candidature e la pulizia delle liste in nessuna parte d’Italia.
A Legnano, roccaforte della Lega Nord, nel 2008 è stato ucciso con un colpo alla nuca e abbandonato nelle campagne Cataldo Aloiso, genero di Giuseppe Farao della cosca Farao-Marincola di Cirò Marina, in Calabria. Il 25 aprile del 2007 viene ucciso a Tagliuno [Bergamo] Leone Signorelli, raffinatore di cocaina colombiana che rivendeva alla ‘ndrangheta. Cinque mesi dopo i killer aspettano davanti casa Giuseppe Realini, artigiano del legno bergamasco. «Si ammazzano tra loro?». Non è così semplice. Secondo la Procura Realini sarebbe stato ucciso perché unico testimone del delitto Signorelli, a cui erano legati altri due morti ammazzati: Cataldo Murano e Giuseppe Russo, a loro volta connessi al clan Filippelli, alleati ai Rispoli che controllano proprio Legnano. Il cerchio si chiude proprio dove fu ucciso Aloisio: il suo cadavere fu fatto ritrovare di fronte al cimitero dove è sepolto Carmelo Novella, esponente dell’omonimo clan catanzarese di Guardavalle, ucciso al bar in un pomeriggio d’estate a San Vittore Olona, a metà strada tra Milano e Varese. Tutto ciò è avvenuto, non alle falde dell’Aspromonte o sulle coste calabresi, ma nel cuore della «Padania». Il settimanale l’Espresso ha recentemente ricostruito ben 25 omicidi di mafia compiuti nel Nord negli ultimi 10 anni. Questi fatti non hanno richiesto nessuna ordinanza comunale, riunioni straordinarie in Prefettura e nemmeno decreti d’urgenza. Nessuna emergenza sicurezza.
Se sei nero cambia tutto. La commissione antimafia presieduta da Francesco Forgione, quella della legislatura del secondo governo Prodi [2006-2008], è riuscita a mappare le famiglie mafiose operanti in Italia e ha prodotto una dettagliata relazione in meno di due anni di lavoro. L’attuale commissione deve ancora battere un colpo per capire se è in vita. Secondo l’ente presieduto da Forgione, dunque, in Lombardia operano, con tutta probabilità, le famiglie De Stefano, Morabito-Bruzzaniti-Palamara, Farao-Marincola, Sergi, Mancuso, Iamonte, Falzea, Arena, Mazzafferro, Facchineri, Bellocco, Mammoliti, Imerti-Condello-Fontana, Paviglianiti, Piromalli, Ursini-Macrì, Papalia-Barbaro, Trovato, Latella, Versace, Morabito-Mollica.
Il paese dove si sono insediati i Papalia-Barbaro – Buccinasco – viene chiamato la Platì del nord. Al sindaco di centrosinistra, Maurizio Carbonera, è stata incendiata la macchina tre volte, tra il marzo del 2003 e il novembre 2005, mentre era impegnato nell’approvazione del nuovo piano regolatore, non gradito alla cosca. Per tutta risposta, la regione Lombardia ha promulgato una legge che impedisce di cucinare kebab nei centri storici.
Ad Adro [Brescia], c’è una taglia di 500 euro che verrà versata a ogni vigile che catturerà un clandestino. A Voghera, si è deciso che non si ci può sedere sulle panchine in più di tre persone, per evitare assembramenti di stranieri. In altre regioni del Nord, afflitte comunque dal problema mafia, tutta l’attenzione è sulle panchine: a Vicenza devi avere almeno 70 anni se vuoi sederti, se no stai in piedi. A Sanremo, devi avere tra 0 e 12 anni oppure più di sessanta. Si potrebbe continuare con l’elenco di queste soluzioni per la sicurezza: ad esempio il «White Christmas» di Boccaglio, comune a sindacatura leghista, dove entro Natale 2008 si volevano stanare i migranti per cacciarli dal paese. Per sfuggire a questo clima razzista, spesso gli stranieri scappano verso sud. Dove trovano, ancora una volta, la ferocia italiana, fatta di mafia e sfruttamento.
La mafia non esiste. Secondo Libera, che ha tenuto a Milano la propria giornata nazionale antimafia 2010, sono 665 gli immobili e 165 le aziende confiscate in Lombardia, che la collocano al quinto posto tra le regioni italiane, preceduta solo da Sicilia, Campania, Calabria e Puglia. Nel rapporto «Ombre nella nebbia», Libera sottolinea che occorre superare il vecchio luogo comune delle aree non tradizionali come zone di riciclaggio. Ormai anche lì si punta al controllo del territorio: ci sono clan insediati stabilmente da decenni e la reattività antimafiosa dei cittadini locali è spesso pari a zero. Nel giugno 2008, trecento poliziotti appoggiati da un elicottero hanno circondato i palazzi di Quarto Oggiaro, periferia milanese, all’alba. L’operazione ha messo in evidenza una situazione gravissima. Piazze-roccaforti e squadre di giovanissimi spacciatori con turni di lavoro precisi. Un «mercato a cielo aperto» con un giro d’affari di 800 mila euro al mese. Ma non a Scampia, bensì nella capitale della «Padania», la terra che ha scatenato una guerra ideologica contro il pericolo islamico ma che non sa nulla dei potentissimi clan crotonesi [quelli che investivano i proventi del crimine in Fastweb, per intendersi]. Le «profezie» sulla presenza mafiosa nei prossimi cantieri milanesi nell’Expo non hanno generato alcun provvedimento, anzi la tendenza è la riduzione nei controlli sugli appalti legati ai «grandi eventi». Le cosiddette «infiltrazioni» mafiose nei cantieri Tav del settentrione non hanno prodotto neppure un editoriale sdegnato.
Leggi criminogene. E’ facile diventare «clandestino» al tempo della crisi. Basta un licenziamento. Le settimane passano inesorabili verso lo scivolamento nell’irregolarità, ovvero uno status che è diventato reato col pacchetto sicurezza. Anche se rimani onesto, comunque rischi di finire dentro. Alla fine, una regola nata col pretesto della sicurezza potrebbe trascinare tante persone nell’illegalità e creare maggiore insicurezza.
La Bossi-Fini impedisce, nei fatti, l’arrivo in forme regolari. Nessun imprenditore assume un lavoratore dall’altra parte del mondo, senza averlo mai visto. E chi lo fa non può adattarsi ai tempi lunghi della burocrazia. Dunque si parte sempre più spesso con falsi contratti di lavoro, su cui ha già messo le mani la mafia. Nel salernitano, dove tanti marocchini sono stati fatti arrivare così e poi resi irregolari da imprenditori che si sono volatilizzati. A Reggio Calabria, dove le cosche Iamonte e Cordì hanno fatto entrare centinaia di indiani per poi condannarli alla condizione di invisibili.
La mafia ingrassa, la Lega costruisce immeritate carriere politiche. Il reato non è etnico, e non avrebbe senso sostituire alle campagna contro i migranti quella contro i meridionali, che segnarono gli esordi dei leghisti. L’unica lotta è quella contro il crimine organizzato e lo sfruttamento, come dimostrano le rivolte di Castel Volturno e Rosarno fatte dagli africani. Al contrario, la mancata reazione contro il crimine organizzato è la cartina di tornasole di società malsane, che non vogliono sicurezza ma semplicemente scaricare – con viltà – paure e incertezze sui più deboli. Oltre che clan italiani, nelle città del Nord ci sono gruppi stranieri sempre più forti: albanesi e soprattutto nigeriani. Ma a questi si sono opposti eroicamente solo le centinaia di donne – quasi sempre ex prostitute – che hanno denunciato i loro aguzzini nell’ambito dei programmi dell’articolo 18, rischiando la pelle. E che non hanno mai ottenuto un ringraziamento, una medaglia, un titolo in cronaca, una stretta di mano.

venerdì 2 aprile 2010

IL G.A.P. DOMANI A CUNEO E ALBA

DOMANI SABATO 3 APRILE I GRUPPI DI ACQUISTO POPOLARE SBARCANO A CUNEO E ALBA



Domani sabato 3 aprile dalle 9 del mattino a Cuneo in piazza Galimberti angolo via Roma (Duomo) e ad Alba in piazza Pertinace come tutti i sabati tornano i Gruppi di Acquisto Popolare promossi da Rifondazione Comunista con la distribuzione del pane a un euro al kg agli associati, un modo concreto per resistere al carovita.
Nell'immagine il punto di distribuzione ad Alba.

giovedì 1 aprile 2010

ELEZIONI REGIONALI

Sinistra, la Federazione c’è ma perde quando è sola. Ora deve ripartire l'opposizione.

Regione per regione i numeri e gli eletti nelle liste di 

Rifondazione comunista e Pdci

 

 

«Tenuta sostanziale della Federazione della sinistra - dice a Liberazione, Paolo Ferrero, segretario del Prc - in tutti i luoghi dove eravamo in coalizione o, come nelle Marche con Sel, in minicoalizione. E un risultato negativo quando la solitudine era perfetta, in Campania e Lombardia. Non siamo riusciti, insomma, a forzare la semplificazione bipolare. Il punto vero, adesso, è di riuscire a far ripartire l’opposizione al governo che altrimenti non paga mai i prezzi delle sue politiche». Per questo, il portavoce della Federazione della sinistra rilancia la proposta di campagna referendaria su acqua, nucleare e precarietà agli altri soggetti del centrosinistra. E in Campania, dove il risultato non è esaltante? «Siamo stati macellati dal voto utile», commenta ancora Ferrero all’inizio della panoramica, regione per regione, sul dato elettorale.

Tutti i segretari regionali, sentiti da
Liberazione hanno insistito su un contesto di oscuramento mediatico e di relativa scarsità di mezzi con cui s’è andati a competere. In Piemonte, spiega Armando Petrini, è stata eletta l’assessora uscente alla sanità dentro un risultato che attesta la Federazione al 2,64%, più o meno il dato delle europee: «Va segnalato lo scivolamento verso il centro del Pd, alleato con l’Udc, che ha determinato l’astensionismo a sinistra e dato acqua alla lista Grillo che in Val Susa ha sfondato condannando Bresso che ha perso perché ha prilivegiato l’asse centrista cedere su sanità, grandi opere e servizi pubblici. La Lega vince (sta al 16%) ma con un solo punto in più rispetto alle europee».

Anche in
Liguria, il 3,9% conferma le percentuali delle europee. Sergio Olivieri lo definisce un «risultato soddisfacente» come base per ricostruire il partito sociale e il rapporto con i movimenti in un territorio dove la scissione è stata «vistosa» e dove è stata subita l’«anomalia dell’intesa con l’Udc».
In una situazione «drammatica», avverte Renato Cardazzo, con la Lega che sfonda il 33% e dà dieci punti di stacco al Pdl, il Veneto, con 1,6%, ha un eletto confermato.
2,8% in Emilia Romagna e due eletti. «Non c’è entusiasmo rispetto al risultato - premette Nando Mainardi - ma c’è un aspetto positivo nel riprendere ad eleggere dopo lo “zeru tituli” delle politiche e delle europee che aggravava una percezione di soggeto inefficace». Sorprendono sia il grande astensionismo, anche da queste parti, sia il successo della lista Grillo che «comunica freschezza e carica antisistema». Si deve all’effetto Del Bono e contiene segnali di un dissenso «non catalogabile nel classico qualunquismo e non riconducibile a Berlusconi».

Meglio che alle europee è andata in
Toscana (5,3%) e tre eletti, uno per ciascuna delle gambe della lista Prc-Pdci e verdi. «Una relazione già collaudata alle comunali di Firenze - dice Stefano Cristiano - un rapporto non estemporaneo, che puntiamo a mantenere».

Stefano Vinti dall’
Umbria segnala il 7% e i tre eletti, uno sul listino e i due capi lista a Terni e Perugia: «20 punti di distanza confermano il differenziale tra destra e centrosinistra, anche l’Udc non sarebbe stata determinante col suo 5%. Siamo il secondo gruppo del centrosinistra e il terzo in consiglio regionale. Qui c’è un insediamento storico culturale ancora in grado di reggere».
Unico in Italia è stato il progetto «costruito insieme e con grande lealtà» dalla Federazione e da Sel nelle Marche. Risultato il 7% alla faccia di un meccanismo elettorale infernale che ha lasciato fuori per una frazione di punto Massimo Rossi, il candidato presidente di un’alleanza che «non si esaurisce qui e che può mettere in crisi il bipolarismo». La Federazione si attesta a ridosso del 4% «confermando un radicamento evidente nell’ascolano e in provincia di Ancona, le zone di maggiore insediamento produttivo e dunque di maggiore crisi - dice Marco Savelli - controprova è la “trombatura” dell’uomo di punta dell’Udc, alleato col Pd, Marco Viventi, ad del gruppo Merloni».

Nel
Lazio la Federazione si attesta al 2,74% eleggendo, se i resti saranno favorevoli, due consiglieri. Loredana Fraleone ritiene che il voto «è stato condizionato dall’astensionismo. L’oscuramento mediatico totale ci ha impedito di spiegare la nostra diversità rispetto al sistema dei partiti, ora la scommessa rigudagnare l’insediamento sociale».
3,5% a Potenza ma in totale, in Basilicata, la Federazione si ferma al 2,27 per colpa del pasticcio delle firme a Matera. Per mille voti sfuma il seggio. «Qui ha vinto - dice Italo Di Sabato - un blocco conservatore, l’ala democristiana del Pd con l’Udc».

Non ce l’ha fatta la Federazione in
Puglia malgrado un ottimo 3,3%. Lo sbarramento era al 4%. «Abbiamo pagato la forza attrattiva di Vendola - dice Nicola Cesaria - ma sicuramente è stato un risultato che ha contribuito alla vittoria complessiva».

Nottata al fotofinish in
Calabria dove la Federazione supera il 4% ed elegge il giovanissimo De Gaetano a Reggio e l’ex assessore alle politiche sociali della provincia di Cosenza, l’unica immune da inchieste giudiziarie. Tutto ciò nonostante la debacle di Loiero e la concorrenza di Sel, dell’effetto Callipo e di una lista civica rivolta all’intellettualità diffusa ispirata dal vice di Loiero. «S’è sentita fortissima la disillusione rispetto alle aspettative di cinque anni fa - commenta il segretario di Cosenza, Angelo Broccolo - il ticket sulla sanità, la verticalizzazione dell’amministrazione, il partito del presidente che arrivava con due liste, le questioni ambientali irrisolte, le incertezze del Pd che riesuma Loiero, senza primarie, e dopo il fallito corteggiamento dell’Udc».
Gli eletti  della Federazione della Sinistra nei consigli regionali:
 
Piemonte Eleonora Artesio
Prc; Liguria Giacomo Conti Prc listino; Alessandro Benzi Prc; Veneto Pietrangelo Pettenò Prc; Emilia Romagna Monica Donini Prc listino; Roberto Sconciaforni Prc; Toscana Monica Sgherri Prc, Paolo Marini Pdci, Mauro Romanelli Verdi; Umbria Roberto Carpinelli (Pdci listino), Orfeo Goracci Prc, Damiano Stufara Prc; Marche Raffaele Bucciarelli Pdci; Lazio Margherita Hack Pdci, Ivano Peduzzi Prc; Calabria Ferdinando Aiello Prc, Nino De Gaetano Prc.
Checchino Antonini
in data:31/03/2010
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