martedì 29 marzo 2011

NO ALLA GUERRA IN LIBIA!

Volantinaggio dei giovani della Federazione della Sinistra (Gc e Fgci) sabato 26 marzo in Corso Dante a Cuneo. Questo il testo del volantino:

L’attacco in Libia da parte della “coalizione dei volenterosi” è un’altra sporca guerra. L’Italia è entrata concedendo le basi collocate sul suolo  italiano ed affiancando gli aerei francesi e americani nei bombardamenti sugli obiettivi militari.
Non abbiamo alcuna simpatia per il regime di Gheddafi, che non a caso ha intessuto con tante potenze neocoloniali in questi anni grandi rapporti di collaborazione e profitto, a partire dall’Italia.

Ma come condanniamo la repressione del regime libico condanniamo un intervento militare da parte delle potenze occidentali che di "umanitario", come sempre, ha solo il nome. In nessun modo la risposta può essere la guerra.
In questi giorni si stanno moltiplicando esponenzialmente le menzogne della propaganda, si torna a parlare di “intervento umanitario” per difendere il popolo. Si vuole difendere un popolo con la guerra, le bombe, la distruzione, la violenza!

Il vento nero di destra



Italia ed Europa: il vento nero di destra.



Solamente il nostro provincialismo ci fa pensare e credere che l’Italia sia una anomalia nel panorama europeo e che mentre a noi tocchi un governo populista, leghista e (post)fascista in altri paesi le cose “vadano bene”.
Certo l’Italia ha prodotto ed esportato il fascismo (così come il berlusconismo) ed occorrerebbe chiedersi perché i due fenomeni più reazionari ed eversivi del secolo abbiano visto la luce nella “capitale morale”.

giovedì 24 marzo 2011

PRIMA VOTI, POI RIFLETTI!







Alcune considerazioni dopo lo "show" leghista di sabato scorso a Cuneo teso a spiegare la bontà del federalismo leghista.

Prima del 2000 la Padania, il quotidiano della Lega, chiamava Berlusconi “il mafioso di Arcore”, poi le cose sono cambiate e Bossi e Berlusconi hanno siglato un patto di ferro: il voto della Lega è stato determinante per salvare dai processi il Sottosegretario Nicola Cosentino intercettato con Boss della Camorra, non dare l’autorizzazione a procedere alla Corte dei Conti nei confronti di De Lorenzo, Di Donato, Crippa che, nell’esercizio delle loro funzioni avrebbero causato danni allo Stato; non dare la sfiducia al sottosegretario alla Giustizia Caliendo, implicato con la P3, negare l’autorizzazione a procedere per l’ex-Ministro Pietro Lunardi in combutta con la Cricca, far passare provvedimenti come la restituzione ai prestanome dei boss i beni confiscati o lo scudo fiscale che ha premiato evasori e mafiosi. Come mai?

Ma veniamo al federalismo, vera bandiera della Lega al governo.

Con il federalismo ci saranno tasse più alte e meno servizi perché non si vogliono tassare i ricchi: l’unica vera autonomia è l’addizionale Irpef, pagata al 95’5% da lavoratori dipendenti e pensionati.

La cedolare secca sugli affitti favorisce i ricchi, mentre per i Comuni compreso il nostro a fronte dei tagli massicci degli Enti superiore la vera autonomia è rappresentata dalla scelta su quali servizi tagliare. La Lega Nord non ha una politica industriale anzi si è inchinata a Marchionne che chiude “in Padania” e delocalizza, dopo essersi puppato un sacco di soldi pubblici, anzi la Lega vota le leggi che favoriscono le delocalizzazioni. La Lega dice “padroni a casa nostra” poi vota le leggi che privatizzano i servizi pubblici (acqua in primis) che finiranno ai pescicani della finanza.

Tutto questo per un federalismo che si sta rivelando una truffa: prima voti poi rifletti, dice Cetto La Qualunque, anche se purtroppo questo non è un film.



Fabio Panero, segretario provinciale Rifondazione Comunista (Federazione della Sinistra)

Gli italiani in Libia

Gli italiani e la Libia: come andò a finire nell'altra conquista.

La Libia Italiana aveva una superficie di 1.750.00 km quadrati e, secondo il censiment dell'aprile 1936, una popolazione di 750.000 libici (722.500 arabi e 28.300 ebrei) più 66.000 italiani residenti, senza contare i nostri soldati presenti in colonia.
Era una società povera, sconvolta da lotte interne, ma orgogliosa della propria indipendenza, minimamente intaccata dal dominio turco.
Se la tribù della Tripolitania non disponevano di una organizzazione statale, il Gebel (altopiano) cirenaico era invece governato dalla Senussia, un movimento innovatore nato nell'800 in seno all'Islam, con poteri militari, economici e giudiziari.

lunedì 21 marzo 2011

ESPORTIAMO LA DEMOCRAZIA?


In Afghanistan la democrazia l'abbiamo esportata così







DOPO GHEDDAFI
Il presidente del Comitato nazionale di transizione (Cnt), Mustafa Abdel Jalil, parlando alla trasmissione Porta a Porta, ha assicurato che la Libia del dopo-Gheddafi rispetterà tutti gli accordi stipulati con l'Italia dal regime del colonnello, anche quelli che riguardano la lotta all'emigrazione clandestina e i contratti petroliferi con l'Eni.
«Parteciperemo (agli sforzi) per fermare l'immigrazione clandestina impedendo loro di entrare in Libia e combattendo le organizzazioni criminali che lo permettono». Lo ha detto l'ex ministro della Giustizia libico e attuale leader del Cnt (Comitato nazionale di transizione libico), Mustafa Abdel Jalil. In queste poche righe il paradosso principale della guerra in Libia, svelato in diretta a Porta a Porta.

 

La scellerata risoluzione Onu che porta alla guerra




Il Consiglio di sicurezza dell'Onu si è pronunciato a favore dell'istituzione della No fly zone sulla Libia e dell'autorizzazione all'uso di non meglio precisati mezzi necessari a prevenire violenze contro i civili. In altri termini, ha autorizzato la guerra.
Il pallido e fino ad oggi insignificante Ban Ki Moon, diventato presidente dell'Onu solo in virtù dei suoi buoni uffici con gli Usa e del suo basso profilo, si è esaltato fino a definire la risoluzione 1973 storica, in quanto sancisce il principio della protezione internazionale della popolazione civile.
Un principio che vale a corrente alternata. Non ci sembra di ricordare sia evocato quando i cacciabombardieri della Nato fanno stragi di civili in Afghanistan. Altrettanta solerzia non è risultata effettiva quando gli F16 dell'aviazione israeliana radevano al suolo il Libano o Gaza, uccidendo migliaia di civili innocenti.

mercoledì 9 marzo 2011

DOVE SIAMO


PARTITO della RIFONDAZIONE COMUNISTA
CUNEO, via Saluzzo 28

QUELLI DEL PALAZZO "BARRA DI FERRO"
Tavoletta di Franco Biagioni

Mentre in quasi tutta l'Alta Italia si festeggiava la vittoria della Resistenza, a Cuneo, il 25   aprile  1945 la battaglia partigiana infuriava sanguinosa nelle vie della citta', nei quartieri ancora presidiati da tedeschi e fascisti. La liberazione dell'intero capoluogo sarebbe infatti avvenuta solo nella notte del 29 aprile, quando la 34° Divisione di fanteria della Wermacht, al comando del generale Liebe, abbandonava finalmente Cuneo seminando sulla strada della ritirata ancora eccidi di civili e, soprattutto, distruggendo con la dinamite due arcate del maestoso viadotto sullo Stura. Mentre le formazioni partigiane attaccavano la citta' da Sud e dai lati Gesso e Stura avanzando lentamente sotto il fuoco degli invasori, in citta' erano i giovani delle Sap (squadre di azione partigiana aggregate alla XI Divisione Garibaldi) a impegnare i nemici asserragliati nel centro storico, in prefettura, nelle caserme della polizia e in altri edifici pubblici.

martedì 8 marzo 2011

I giovani della Federazione della Sinistra si organizzano.

http://www.gcpiemonte.org/?p=1339
Giovedì 3 marzo si è tenuto a Torino un primo incontro fra i responsabili delle organizzazioni giovanili della Federazione della Sinistra del Piemonte. Purtroppo per un incomprensione che speriamo facilmente rimediabile, i compagni della FGCI hanno preferito non partecipare. Erano comunque presenti rappresentanti delle province piemontesi, tra cui i coordinatori Gc di Torino, Asti e Cuneo. Buona la presenza di giovani iscritti alla Federazione della Sinistra, che a Torino hanno eletto un proprio portavoce.
Ospite dell’iniziativa era Simone Oggionni, uno dei coordinatori nazionali dei Giovani Comunisti, che ha provato a tracciare una linea di lavoro per i prossimi mesi: un impegno deciso nel costruire una mobilitazione nazionale del movimento per la pace contro un’eventuale guerra ai danni della Libia. E’ stata fatta, sempre sul piano internazionale, una lettura dei processi in atto in Egitto e Tunisia, dove la rivolta generazionale può essere utile per iniziare nel nostro paese una battaglia per il lavoro e l’istruzione pubblica.
A questo fine saranno importanti le prossime campagne che il Partito e la Federazione avvieranno in vista dello sciopero generale del 6 maggio, appuntamento che dovrà essere organizzato e orientato contro il modello Berlusconi-Marchionne.
Punto centrale è però la costruzione di un’organizzazione più forte, che cura il tesseramento e il radicamento nel e sul territorio, che abbia al centro il giovane militante, con particolare attenzione alla questione femminile.
Il dibattito che si è sviluppato è stato proficuo ed importante, i disagi dei vari territori così come le buone pratiche sono stati socializzate e condivise, ponendo così un primo mattoncino verso la costruzione della Federazione della Sinistra.
nello fierro
coord. prov. Gc Cuneo

lunedì 7 marzo 2011

MORTO ALBERTO GRANADO



Alberto Granado, il compagno del Che nel suo viaggio per la America Latina, è morto nella sua residenza dell'Avana a Cuba, sabato 5 marzo scorso mentre dormiva, alla età di 88 anni
 
Era nato nella città di Hernando nella provincia di Cordoba in Argentina il 8 agosto 1922.
 
Granado e Ernesto 'Che' Guevara fecero un viaggio tra il 1951 e il 1952 a bordo de 'La Poderosà, una Norton del 39, che è stato raccontato nel film i "Diari di motocicletta", di Walter Salles (2003). Granado aveva allora 30 anni, il 'Che', 23.
Dopo il viaggio insieme al 'Che', Granado era rimasto in Venezuela, dove aveva sposato la venezuelana Delia, dalla quale aveva avuto tre figli.
Laureato in farmacia e biochimica, Granado abitava all'Avana dal 1961, dove è stato responsabile di un dipartimento di genetica fino a quando, nel 1994, è andato in pensione.

La camera ardente è stata allestita nel quartiere del Vedado all'Avana, dove centinaia di persone gli hanno dato l'ultimo saluto; tra queste Aleida Guevara, vedova del 'Che'. Accanto al feretro di Granado, le corone di fiori di Fidel e Raul Castro.

Le sue ceneri saranno sparse tra Cuba, Venezuela e Argentina. Lo hanno detto all'agenzia stampa italiana Ansa i suoi familiari.

Granado, aveva lasciato scritto quest'ultimo suo desiderio.
Ho conosciuto Alberto qualche anno fa a Torino, uno splendido Compagno di una incredibile disponibilità e umiltà. 
Fabio Panero

venerdì 4 marzo 2011

SCIOPERO GENERALE CGIL

Paolo Ferrero, segretario nazionale di Rifondazione Comunista ha dichiarato:

“La decisione dello sciopero generale da parte della Cgil è un primo risultato ma del tutto inadeguato per i tempi e le quantità.
Serve una mobilitazione di 8 ore, contro il governo ma anche contro Confindustria, che sta applicando lo schema di Marchionne a tutti i settori produttivi.
Le 8 ore di sciopero a maggio devono essere il punto di arrivo di una mobilitazione sociale forte perché tale è l’attacco che governo e padroni stanno sviluppando

mercoledì 2 marzo 2011

FEDERALISMO FISCALE

FEDERALISMO MUNICIPALE E CEDOLARE SECCA: IL SECESSIONISMO DEI RICCHI AI DANNI DEI PIU’ DEBOLI

Attenzione: apre in una nuova finestra.

Walter De Cesaris, segretario nazionale dell’Unione Inquilini.

“Con il voto di fiducia, imposto oggi alla Camera dei Deputati, si conclude l’iter del federalismo municipale e la cedolare secca sugli affitti diviene realtà.
Il truce liberismo del governo delle destre realizza un altro crimine sociale sulla pelle dei più poveri. Con un colpo solo, si regalano due miliardi di euro, non a tutti i proprietari che affittano, ma alla loro porzione più ricca e che pratica affitti speculativi di libero mercato e si cancella di fatto il canale agevolato perché viene tolto ogni incentivo fiscale a praticare affitti più moderati.
L’entità di questo crimine sociale è amplificato dal fatto che, solo pochi mesi fa nella legge di stabilità, il governo ha tagliato dell’85% le già poche risorse stanziate per il fondo sociale a sostegno delle fasce di inquilini più povere.
Va inoltre tenuto presente che l’insieme di queste misure vengono prese nel mentre esplode con sempre più violenza il dramma degli sfratti per morosità, ormai divenuti il 90% del totale dei provvedimenti emessi dall’autorità giudiziaria.
Sottolineiamo una conseguenza politica: la maggioranza con il voto di oggi ha decretato che in Italia (almeno per le proprietà di persone fisiche) vi è solo un canale contrattuale: quello del libero mercato individuale, senza agevolazioni per abbassare i canoni o contributi sociali per le fasce deboli.
Siamo in un nuovo quadro giuridico: tutte le leggi vigenti, in primis quella sulle locazioni private, sono di fatto cancellate.
Occorre che tutti ne prendano atto senza rincorrere l’illusione di poter tornare a prima e resuscitare una convenienza al canale agevolato.
Occorre guardare in avanti e porre un obiettivo chiaro: fare della contrattazione collettiva l’unico canale contrattuale, abolendo il libero mercato individuale dei canoni, motivo principale della bolla speculativa e dell’esplodere della morosità.
Intanto, poniamo una domanda al governo. Nel dibattito sul decreto mille proroghe ha accettato ordini del giorno che chiedevano il ripristino delle risorse tagliate per il fondo sociale degli affitti e il varo di un fondo nazionale in favore della morosità incolpevole. A quando il varo delle norme corrispondenti?”
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